Largo al business dei marketplace

«Qualcuno dice che gli ultimi 12 mesi siano stati particolari e, per certi versi, “sui generis”. Io invece ritengo che abbiamo avuto una sorta di preview del futuro». Luca Cassina, Executive Vice President Customer Success di Mirakl, racconta a Economy come il business dei marketplace sia diventato quello che è cresciuto maggiormente e che ha le prospettive di sviluppo più interessanti. Mirakl, azienda francese che annovera tra i suoi clienti colossi come Leroy Merlin, Carrefour o l’aeroporto di Singapore, è recentemente sbarcata in Italia. Si tratta di una piattaforma scalabile con modalità “as a service” (cioè l’utente può configurare liberamente i servizi di cui ha bisogno per il tempo necessario). Da notare, oltretutto, come proprio i marketplace abbiano avuto una dinamica migliore perfino dello stesso e-commerce. Nel quarto trimestre del 2020, infatti, questi strumenti tecnologici hanno registrato un incremento dell’81% su base annua, più del doppio del tasso generale delle vendite online. Mirakl, tra l’altro, ha appena ottenuto un round di finanziamento da 300 milioni di dollari guidato da Permira, con la valutazione dell’azienda che è lievitata fino a 1,5 miliardi. L’obiettivo, oltre all’apertura di nuovi mercati, è quello di assumere 1.000 nuove figure professionali nei prossimi tre anni. Nel corso del 2020 Mirakl ha siglato contratti con 73 nuovi clienti a livello mondiale e lanciato 55 nuovi marketplace. 

«Un marketplace – ci spiega Cassina – è un sito su cui vengono a vendere merchant indipendenti. L’esempio tipico è Booking.com, perché non compra e rivende prodotti o servizi, ma mette a disposizione la sua piattaforma per utenti terzi. Il primo ad aver offerto un servizio di questo tipo è stato eBay, mentre Amazon è un ibrido che svolge sia il ruolo di marketplace che quello di retailer. Tra l’altro, ha un business model con dei rischi molto limitati, oltretutto con un’accelerazione digitale e, nel caso della nostra soluzione, ha dei costi fissi anche abbastanza limitati, per cui la crescita del fatturato non richiede sempre più capitale». Mirakl ha deciso di arrivare in Italia perché si tratta di un mercato potenzialmente interessante ma che è ancora un po’ indietro. Se si prendono i dieci siti di vendita più grandi in Francia e Spagna, si nota che il 90% di essi dispone di un marketplace. Il dato invece scende fino al 60% se si prende in considerazione il nostro Paese. Eppure, complice anche il lockdown, il tasso di crescita italiano è nell’ordine del 20%. 

«Abbiamo tre ingredienti – conclude Cassina – che ci rendono particolarmente efficaci: il primo è il software che ha già diversi anni e che è stato testato in oltre 300 progetti in giro per il mondo. Il secondo è il fatto di avere dei team dedicati, anch’essi di grande esperienza, allo sviluppo dei singoli marketplace. Il terzo è l’ecosistema di partner che abbiamo sviluppato in questi anni. Un tema particolarmente importante in ottica Psd2: non siamo dei payment service provider, ma abbiamo una rete di fornitori che offre le migliori soluzioni da questo punto di vista». Per il futuro i piani sono già delineati: nonostante l’aumento di capitale, l’idea è continuare a crescere per linee interne, estendendo la rete di partner locali e internazionali per far crescere in modo rapido il numero di clienti. Per quanto concerne, invece, la tipologia di aziende che potrebbero rivolgersi a Mirakl nei prossimi mesi in Italia, l’azienda francese non ha dubbi: soprattutto la grande distribuzione organizzata, che, nonostante l’aumento del volume di vendita di prodotti “base”, ha patito maggiormente la competizione da parte di Amazon, che vende la maggior parte dei prodotti di largo consumo vengono soprattutto venduti dalla piattaforma di Bezos.