Agcm chiude l’istruttoria su Fineco. Accordo per i c/c sopra i 100mila euro
Roberto Rustichelli, presidente dell'Agcm

Arriva l’atteso giudizio dell’Antitrust sull’offerta pubblica di sottoscrizione presentata a metà febbraio scorso da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. E il responso non è positivo per l’istituto dell’ad Carlo Messina (in foto con l’omologo di Ubi, Victor Massiah). Lo scrive oggi il Messaggero pubblicando anche parte della relazione finale. Per l’autorità di vigilanza, chiamata ad esprimersi sugli effetti sulla concorrenza nel settore, “l’operazione non è allo stato suscettibile di essere autorizzata”. Alla base della bocciatura, c’è la vendita da parte di Intesa a Bper di 400-500 filiali prevista dall’Ops, ritenuta non sufficiente. 

Secondo quanto riportato dal quotidiano, l’operazione con Bper (partecipata al 20% da Unipol) non basterebbe a escludere il rischio di creazione di posizioni dominanti. Giovedì prossimo è prevista un’audizione dei vertici della banca con l’autorità di garanzia.

Alcuni stralci delle conclusioni dell’istruttoria inviata dall’Antitrust a tutte le parti coinvolte (Intesa Sp, Ubi, Unicredit, Cattolica, Bper, Unipol, Fondazione Monte di Lombardia) permettono di entrare nel merito delle preoccupazioni del garante della concorrenza e del mercato guidato dal presidente Roberto Rustichelli.

“Alla luce delle considerazioni svolte”, scrive l’Antitrust, “si ritiene che l’operazione di concentrazione notificata sia idonea a produrre la costituzione e/o rafforzamento della posizione dominante di Intesa Sanpaolo in numerosi mercati come precedentemente individuati, riducendo in maniera sostanziale e durevole, la concorrenza sui mercati, in ragione di un’elevata quota di mercato e il livello di comunicazione raggiunta, accompagnate da una distanza significativa dal secondo operatore di ciascuna area e in considerazione della ‘capacità disciplinante’ di Ubi nei confrontidelle banche maggiori”.

L’authority vede nel “contenuto dell’accordo sottoscritto fra Intesa e Bper” vari elementi di criticità: “la sostanziale indeterminatezza del ramo d’azienda di Ubi e le incertezze in merito alla effettiva attuazione di tale accordo e la sostanziale inefficacia di tale accordo rispetto alle criticità riscontrate in altre aree territoriali italiane, diverse dalle province del Nord-Ovest su cui parimenti le quote post-merger delle parti risultano di indubbia rilevanza, con specifico riferimento alle regioni Marche, Calabria e Abruzzo“. In tutto l’Antitrust avrebbe individuato 700 “mercati” della raccolta (impieghi a famiglie e Pmi) a rischio di posizione dominante. 

La notizia della bocciatura (in attesa di conferme ufficiali) dell’Antitrust arriva a poche ore dall’annuncio dell’autorizzazione all’Ops da parte di Banca D’Italia (in foto il governatore Ignazio Visco).

Come riporta Teleborsa, Ca’ de Sass ha infatti ricevuto da via Nazionale “le autorizzazioni preventive all’acquisizione indiretta di una partecipazione di controllo nelle società controllate del gruppo Ubi Banca: Pramerica SGR (inclusa la partecipazione qualificata in Polis Fondi Sgr), Bi Leasing, Ubi Factor e Prestitalia”.

Con questo via libera – che va ad aggiungersi a quello già dato dalla Bce sull’acquisizione di una partecipazione di controllo di Ubi Banca e della controllata IW Bank –  l’intera Ops avrebbe le carte in regola per iniziare entro la fine del mese.  partire anche entro il mese di giugno , anche prima del giudizio dell’Antitrust.

I complicati risvolti che stanno caratterizzando l’intera vicenda (non dimentichamo la causa avviata pochi giorni fa da Ubi per accertare la validità dell’offerta di Intesa) non lasciano indifferenti gli scambi su Piazza Affari, dove il titolo Intesa perdeva a metà mattinata il 3,69% per poi chiudere la giornata a -7,3. Male anche Ubi Banca, Bper, Unicredit e Mediobanca che portano a casa un perdita di oltre due punti percentuali.