“A partire dal 2 luglio (…) è stato riaperto lo sportello per accedere alla Nuova Sabatini, la legge che incentiva l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature, attraverso un finanziamento bancario o leasing finanziario. La delibera di un plafond aggiuntivo, pari a circa 600 milioni di euro, è avvenuta a seguito della saturazione delle risorse destinate alle imprese nel mese di giugno”. Il Ministero dello Sviluppo Economico guarda positivamente e rifinanzia prontamente, quasi raddoppiando le risorse disponibili, l’ennesima saturazione del plafond destinato alla “Nuova Sabatini” (misura nuova da quasi un ventennio ormai).
Ultimo importante stanziamento da ben 370 milioni di euro è stato disposto proprio nell’ultima legge di bilancio (cfr. L. n. 178 del 30.12.2021), momento in cui è stato altresì eliminato il tetto massimo di spesa per richiedere il contributo in conto interesse a fondo perduto in un’unica soluzione. La saturazione pressocché subitanea delle risorse – in meno di cinque mesi dall’effettiva disponibilità per la platea di piccole e medie imprese che vi hanno fatto ricorso – è da interpretare come un chiaro segno di una ripresa dell’economia, specie nel comparto industriale e nella transizione 4.0, nel cui solco ben si colloca, dal momento che è cumulabile con i crediti agli investimenti in beni strumentali e immateriali (4.0 e non). In un periodo segnato dalla forte incertezza causata dalla Pandemia e, in misura probabilmente anche più significativa, dalla fobia per il futuro, la corsa agli investimenti, senz’altro incentivata dalla misura e dal “Pacchetto 4.0”, testimonia in controtendenza una nuova confidence nel futuro per gli imprenditori italiani, oltre che un boost sensazionale per il Pil nazionale.
La Nuova Sabatini nella sua formulazione originaria è stata concepita dal Governo come strumento di politica industriale finalizzato a creare condizioni che consentissero agli imprenditori di prendere iniziative, di realizzare le proprie idee e di cogliere le opportunità di investimento, nell’ottica di mitigare anche l’effetto credit crunch – molto pesante soprattutto nell’anno di introduzione della norma – in cui il volume dei finanziamenti a favore delle imprese era ridotto ai minimi storici rispetto alla media europea. Da questo punto di vista, la misura ha rappresentato una strategia-ponte che il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in campo per sostenere l’apparato produttivo e il sistema finanza, introducendo un meccanismo semplificato, di facile accesso per gli imprenditori e, contemporaneamente, di maggiore tutela per le banche in caso di rischio di default, supportando le piccole e medie imprese nell’ottenimento della liquidità opportuna per gestire un payback period compatibile con la propria “taglia” e prospettive di crescita.
La corsa agli investimenti testimonia in controtendenza una nuova fiducia nel futuro per gli imprenditori italiani
Come funziona
La misura garantisce priorità di accesso al Fondo centrale di garanzia, agevolando il finanziamento di singoli investimenti, dotati di propria autonomia funzionale, in luogo di programmi complessi. Specificamente riservata alle micro, piccole e medie imprese con sede operativa in Italia, non sottoposte a procedure concorsuali o liquidazione volontaria ed in generale che non perversano in uno stato di difficoltà, prevede il riconoscimento di un contributo in conto interessi, variabile in funzione della tipologia di investimento da realizzare (4.0 o meno). Il contributo è concesso per l’acquisto mediante finanziamento o acquisizione in leasing di macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa e attrezzature, nuovi di fabbrica, ad uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali d’impresa.
Il contributo a fondo perduto viene concesso in un’unica soluzione (anziché sei tranche annuali come previsto in precedenza) per finanziamenti/leasing di durata quinquennale a fronte di investimenti tra i 20.000 euro e i 4 milioni di euro. Nella sua veste ordinaria, l’ammontare dell’agevolazione è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento di breve termine e di importo pari all’investimento, al tasso d’interesse del 2,75%. Il contributo è maggiorato del 30% – quindi, al 3,575% annuo – per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie 4.0 compresi gli investimenti in: big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (Rfid e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti). Quest’ultima maggiorazione è prevista ulteriormente per “progetti green” inerenti l’acquisto, anche mediante operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi, in virtù anche delle nuove disposizioni previste dal green deal in ambito europeo in materia di tassonomia, determinando in tal modo gli investimenti che possono essere definiti finanziariamente ed ecologicamente sostenibili.
L’iter
1. Presentazione, a cura del richiedente, alla banca o all’intermediario finanziario (accreditato dal Mise – elenco disponibile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico) della domanda di accesso al contributo ministeriale, insieme alla richiesta di finanziamento;
2. Verifica, a cura dell’intermediario, del possesso dei requisiti dell’impresa in ottemperanza alle previsioni di legge e della completezza della documentazione trasmessa;
3. Richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo.
Entro cinque giorni lavorativi dalla ricezione della richiesta, il Ministero comunica all’intermediario la disponibilità di risorse (le richieste di prenotazione saranno soddisfatte secondo l’ordine di prenotazione). Entro il mese successivo a quello di ricezione della comunicazione, la banca o intermediario adotta la delibera di finanziamento ed entro dieci giorni da tale termine trasmette al Ministero l’elenco dei finanziamenti deliberati. Il Ministero – entro trenta giorni dalla ricezione dell’elenco – adotta il provvedimento di concessione delle agevolazioni e lo trasmette alla Pmi e alla banca o all’intermediario finanziario. Infine, entro il mese successivo a quello di ricezione del provvedimento di concessione del finanziamento l’impresa stipula con la banca o intermediario finanziario il contratto di finanziamento.
Meno appeal per il sud a causa del divieto di cumulo con il più ghiotto credito per il mezzogiorno, aree sismiche e zes
Transizione 4.0: Il cumulo
Si sottolinea il profilo di cumulabilità: il contributo in conto interessi della Sabatini è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche concesse per le medesime spese, a condizione che tale cumulo non comporti il superamento delle intensità massime previste dal regolamento comunitario di riferimento; in particolare, la Nuova Sabatini coesiste con tutte le norme che, prevedendo benefici di carattere fiscale (es. crediti d’imposta 4.0, Formazione 4.0, credito di imposta R&S&I, ecc.), applicabili alla generalità delle imprese, non sono da considerare come aiuti di stato e non concorrono, quindi, a formare cumulo. Le Pmi che si apprestano ad effettuare investimenti in beni strumentali necessari allo svolgimento della propria attività d’impresa, hanno ulteriormente la possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo Centrale per le piccole e medie imprese a supporto del finanziamento bancario concesso, con priorità di accesso. Meno appeal per il Sud: c’è il divieto di cumulo con il più ghiotto Credito agli investimenti per il Mezzogiorno, aree sismiche e aree Zes, dunque la misura è accolta in misura meno significativa dalle Pmi ivi ubicate.
– Nell’ultimo monitoraggio sull’andamento della misura è stato evidenziato un totale di circa 2,4 miliardi di contributi statali prenotati per un valore cumulato di 28,3 miliardi di finanziamenti deliberati; le Regioni in cui vi è stata maggior richiesta sono quelle del Nord-Est e Nord-Ovest, mentre dal Centro sono arrivate circa 19 mila istanze e 15 mila dal Sud.
– Con il D.L. 77/2020 il precedente limite di 100.000 euro per la corresponsione del fondo perduto in unica soluzione era già stato innalzato a 200 mila euro. Per effetto dell’art. 1, comma 95, della L. 178/2020 il limite attuale è il tetto massimo di spesa (4 milioni di euro, n.d.a.).
L’autrice Laura De Lisa, Director – Funding & Development Leader e Specialista Ufficio Gare di RSM Società di Revisione e Organizzazione Contabile S.p.A.