Macché ‘sporchi e cattivi’...
Il 40% del totale delle decisioni di reshoring portate a termine dalle imprese europee ha riguardato settori utilizzatori di prodotti o componenti in acciaio

Il settore nazionale dell’acciaio, con la telenovela di Arcelor Mittal, ma non solo, è da anni in sofferenza e l’emergenza Covid-19 non manca di rincarare la dose, aggiungendo ulteriore pressione sul comparto. Allo stesso tempo, però, le dimensioni della pandemia non possono non riportare le dinamiche della siderurgia all’interno di quelle che interessano il mercato dell’acciaio a livello globale.
 
Queste dinamiche ci dicono che si sta profilando una maggiore frammentazione del mercato mondiale dell’acciaio a causa della pandemia da Covid-19. Si potrebbe intensificare, cioè, la tendenza già in atto al reshoring, ossia il ritorno in patria delle produzioni che erano state delocalizzate fuori dai confini nazionali, con la conseguente creazione di diversi mercati macroregionali.

Un acciaio in movimento

È l’analisi proposta dall’Ufficio Studi Siderweb, insieme all’economista Gianfranco Tosini, durante il webinar “La nuova geografia dell’acciaio: tra globalizzazione e reshoring”, promosso nei giorni scorsi dalla community dell’acciaio. In questo momento complesso, Siderweb è molto attiva per mantenere alta l’attenzione sul settore siderurgico con iniziative di informazione e aggiornamento, come dimostra questo evento online, cui hanno partecipato, oltre a Tosini, anche Antonio Gozzi, amministratore delegato del Gruppo Duferco – tra i maggiori produttori e trader di prodotti siderurgici al mondo – e Carlo Muzzi, giornalista esperto di geopolitica.
 
Stando agli ultimi dati disponibili (da Eurofond, Reshoring overview 2015-2018), il 40% del totale delle decisioni di reshoring portate a termine dalle imprese europee ha riguardato settori utilizzatori di prodotti o componenti in acciaio: macchine e apparecchi meccanici, apparecchi elettrici, prodotti in metallo, automotive e altri mezzi di trasporto. In Europa, l’Italia è il Paese più attivo.
 
Secondo Tosini, con la pandemia che ha mostrato rischi e complessità del mercato cinese, una delle principali basi su cui poggia la rete delle catene globali del valore, emerge la «necessità di mettere a punto sistemi di gestione delle supply chain più attente al lungo periodo e più resilienti, perché siano pronte a sopperire alla carenza di materiali provenienti da stabilimenti in aree colpite da crisi».

Maggior dinamismo contro la crisi 

L’analisi di Tosini è condivisa da Antonio Gozzi, amministratore delegato del Gruppo Duferco, secondo il quale il mercato siderurgico dell’Ue «sarà esposto a scorribande da parte di produttori, non solo cinesi, che godono di vantaggi asimmetrici – nessuna tassa sulla Co2, accesso a sistemi di materie prime più competitivi… -. L’Ue si difenderà, nel rispetto delle regole del Wto e con il contenimento del commercio sleale».
 
Ma sarebbe necessaria più agilità di intervento: «Storicamente l’adozione di misure di difesa commerciale richiede un anno – ha proseguito Gozzi -: servirà una sveltezza di risposta che fino a oggi non c’è stata». Quanto alla situazione attuale, Gozzi è convinto che i bilanci 2020 dell’acciaio italiano «saranno in perdita, avendo perso praticamente due mesi di produzione. Ma le imprese italiane sono molto patrimonializzate, reggeranno il colpo».
 
Lo dimostra il progetto di investimento da circa 150 milioni di euro su cui sta lavorando Duferdofin-Nucor (punto di riferimento in Italia, Europa e Nord Africa, per la produzione di travi e di laminati lunghi, nato dall’alleanza tra Duferco Group e Nucor Corporation), per la costruzione di un nuovo laminatoio travi a San Zeno, in provincia di Brescia: «Siamo in ritardo perché il decreto Cura Italia ha allungato i termini autorizzativi – ha concluso Gozzi -. Si dovrebbe andare a giugno-luglio, ma andiamo avanti. Farci trovare pronti da una possibile campagna keynesiana di rilancio delle infrastrutture, non solo in Italia ma in Europa, è un sogno nel cassetto, ma anche una corretta previsione di business».