di Giovanni Francavilla
Sarà la spinta del Pnrr o, forse, il piglio manageriale del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ma qualcosa comincia a muoversi negli ingranaggi della macchina dello Stato. L’obiettivo è quello di non perdere i 10 miliardi di euro che la Commissione europea ha affidato all’Italia per innovare la PA e migliorare la capacità amministrativa degli uffici pubblici attraverso il Next Generation Eu. Una sfida che corre sui binari della semplificazione e della digitalizzazione delle procedure e sul potenziamento degli organici delle amministrazioni centrali e locali che dovranno sviluppare nuove competenze anche in ottica digitale. In questo processo di profonda trasformazione della PA i liberi professionisti possono giocare un ruolo centrale per snellire gli adempimenti amministrativi, velocizzare i tempi e ridurre i costi della burocrazia, facendo leva sulle loro competenze, sulla digitalizzazione e sul loro ruolo di intermediari tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione.
Sono questi alcuni dei temi affrontati nel corso di un incontro che si è svolto lo scorso 25 luglio a Palazzo Vidoni a Roma tra il ministro Zangrillo e il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, per individuare possibili forme di collaborazione tra la Pubblica amministrazione e i liberi professionisti. Obiettivo: semplificare la vita dei cittadini e delle imprese. Materie sulle quali lavorare del resto non mancano: dalla rendicontazione dei progetti finanziati attraverso il Pnrr o nell’attuazione del RePower-EU alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile, dai presidi territoriali nell’ambito della sanità fino alla prevenzione del rischio idrogeologico.
«Il nostro obiettivo è quello di valorizzare il ruolo sussidiario dei professionisti per innovare il settore pubblico», ha detto Stella. «In questa prospettiva la digitalizzazione della PA è una sfida complessa che richiede competenze complesse: non può limitarsi alla semplice adozione di nuove tecnologie o all’automazione dei processi, ma deve introdurre nuovi modelli di impresa, creare infrastrutture avanzate e, soprattutto, deve fare tesoro dell’esperienza dei professionisti che quotidianamente devono fare i conti con una burocrazia asfissiante e con amministrazioni che adottano prassi e linguaggi differenti tra loro».
Parole che non sono cadute nel vuoto e che il ministro Zangrillo ha colto al balzo. Uno degli obiettivi prioritari del Pnrr impone infatti alla PA di digitalizzare oltre 600 procedure amministrative entro il 30 giugno 2026. Il decreto legge 13/2023 (convertito nella legge 41 del 21 aprile 2023), il cosiddetto decreto Pnrr Ter, ha già sfoltito una settantina di pratiche in settori strategici, ma il grosso deve ancora avvenire. In questa prospettiva i professionisti sono i candidati naturali per snellire le procedure amministrative, per esempio, nell’ambito fiscale, nell’edilizia o nelle prestazioni sanitarie. E su questa partita il ministro Zangrillo si è detto disponibile ad aprire il dialogo e il confronto.
Tuttavia la trasformazione digitale della PA passa inevitabilmente attraverso la digitalizzazione delle professioni, un fenomeno che già da qualche anno ha preso piede negli studi: basti pensare alla fattura elettronica, al processo telematico o alla ricetta digitale del medico (solo per restare nell’ambito della pubblica amministrazione). L’accelerazione delle tecnologie e il mutato contesto economico e sociale nel quale operano gli studi professionali impongono oggi un salto di paradigma per ripensare modelli organizzativi e di business che richiedono importanti investimenti a carico del professionista che però, ancora oggi, vede sbarrata la strada per l’accesso agli incentivi pubblici, già previsti per il mondo delle imprese. «L’accesso dei professionisti agli incentivi statali potrebbe dare una spinta fortissima allo sviluppo delle attività professionali e avrebbe ricadute rilevanti, per esempio, nello sviluppo della telemedicina e della televeterinaria, nella sicurezza e nella protezione dei dati, nella digitalizzazione degli adempimenti fiscali delle imprese e dei cittadini, nella progettazione ingegneristico-architettonica».