La metamorfosi del vapinglascerà il piacere del fumo
Gian Luigi Cervesato

La sfida è chiara: difendere il piacere del fumo, per chi lo apprezza, eliminando il rischio rappresentato dalla combustione: è questo il cambio epocale in atto nell’industria del tabacco»: ne è convinto Gian Luigi Cervesato, da pochi mesi amministratore delegato di Japan Tobacco International in Italia, vale a dire il secondo player del mercato italiano del tabacco, con una quota di mercato del 23,9% e brand quali Camel, Winston e Benson & Hedges. «I prodotti a rischio ridotto sono ormai una realtà in tutto il mondo, e sono sicuramente il trend che proseguirà e si affermerà sempre di più», prosegue: «Di conseguenza, è ovunque molto avanti il dibattito sulla nuova regolamentazione che dovrebbe accompagnare questa metamorfosi».

Già, perché i numeri parlano chiaro: a fine 2018 i consumatori di prodotti del tabacco a rischio ridotto erano 40 milioni (con una forte concentrazione proprio in Giappone) per un giro d’affari di 15 miliardi di dollari. «Il sistema attende le decisione americane perché l’innovazione merita di non essere soffocata, la minor nocività di queste categorie di prodotti è ormai chiara a tutti, si tratta di definire con precisione cosa questo può comportare in termini di limitazione d’uso», annota Cervesato.

E infatti Jti ha investito molto in questa nuova categoria di prodotti, un miliardo di dollari già speso e un altro stanziato. Per proporre ai fedelissimi delle sue sigarette tradizionali due possibili varianti: un vaporizzatore di tabacco a infusione che utilizza una tecnologia innovativa per generare vapore di tabacco inalabile senza riscaldare direttamente il tabacco stesso, che si chiama Ploom, disponibile dal 2013 in Italia; ed un dispositivo che vaporizza liquidi, col marchio di Logic Compact, e su cui il gruppo punta molto per il mercato italiano, e rappresenta circa il 75% del valore globale della categoria.

A fine 2018 nel mondo i consumatori di prodotti del tabacco erano 40 milioni per un giro d’affari di 15 miliardi di dollari

Come tutti gli addetti ai lavori, Cervesato è prudentissimo nel sottolineare le doti dei suoi prodotti, esposti come sono alle decisioni delle autorità. Dice però che «dopo il successo ottenuto nel Regno Unito e in Romania, Logic Compact si sta espandendo in numerosi mercati in tutto il mondo. Siamo orgogliosi che questo prodotto moderno, studiato per offrire una nuova esperienza di vaping a chi ricerca gusto, stile e semplicità d’uso, possa rispondere alla domanda di prodotti a potenziale rischio ridotto nel nostro Paese». Ma alla domanda-chiave – se cioè davvero Logic Compact sia “a rischio ridotto” come promette, la risposta è diretta: «Noi siamo convinti che il nostro dispositivo abbia un forte potenziale per essere un prodotto a rischio ridotto. Ad oggi non possiamo sostenere che sia più sicuro delle sigarette tradizionali, tuttavia i test hanno dimostrato che riduce del 95% la presenza di componenti che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di ridurre nel fumo di sigaretta”» Strano mercato, quello del tabacco. Il calo del consumo delle sigarette tradizionali è costante, nei Paesi più avanzati, da almeno dieci anni. Oggi in Italia fuma poco meno del 20% della popolazione. E questo calo non sembra essere stato accelerato dall’avvento dei prodotti a rischio ridotto: il calo prosegue, solo che per molti oggi abbandonare la sigaretta può essere un trauma addolcito dal passaggio ad un prodotto a rischio ridotto. Chi crede alla perfezione, non li sosterrà mai: perché la strada della virtù porta a smettere completamente di fumare. Ma realtà, i vizi che creano dipendenza vanno combattuti senza integralismi. Anche perché il proibizionismo assoluto è sempre stato il miglio complice delle dipendenze.