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Quando vale l’inclusività per le aziende? A livello etico molto, a livello di business ancora di più: secondo il Diversity Brand Index 2021, il gap in termini di crescita dei ricavi tra un brand percepito come molto inclusivo ed uno poco inclusivo può superare il 23%. L’inclusività fa la differenza, dunque, anche nelle performance aziendali. A dimostrare che oggi la Diversity & Inclusion è un elemento cruciale per garantire la solidità economica ed etica delle aziende nel medio-lungo periodo, sia in termini di risorse umane che di performance di brand e di mercato, è un’iniziativa organizzata da Gea Consulenti di direzione che, con il contributo di Fondazione Diversity e Focus Management, intende condividere un nuovo paradigma per le aziende, supportato dalle evidenze più recenti.
L’evento lancia una call to action per identificare i casi virtuosi e le angolazioni differenti di cui la diversity si compone. Un appello per ricevere casi, esempi, idee in tutti gli ambiti possibili: nel privato, nel pubblico, nei servizi.

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La capacità di lavorare sinergicamente sull’inclusione, sia internamente che esternamente, rappresenta un vantaggio competitivo per le imprese e i brand: l’orientamento alla valorizzazione e all’inclusione della diversità e la capacità di veicolare al mercato finale messaggi, prodotti e servizi inclusivi costituiscono una vera e propria sfida per tante aziende. 

I dati Diversity Brand Index e le relative best practice, riferite ai migliori 20 brand capaci di lavorare concretamente sull’inclusione e di comunicare questo impegno al mercato finale, sono stati presentati in Borsa Italiana a Milano durante l’evento, organizzato da Gea con la partecipazione di Fondazione Diversity e Focus Management e con ospiti Alessandra Losito direttrice generale di Pictet Wealth Management Italia e Giovanna Della Posta, ad di Invimit Sgr.
Nel 2022 l’indice ha annoverato nella Top 20 Actimel, Amazon, Barbie, Burger King, Coca-Cola, Decathlon, Diesel, Durex, Esselunga, Fastweb, Freeda, FS Italiane, Google, H&M, Ikea, L’Oréal, Sorgenia, Tim, Vodafone e Netflix, che è stato il brand vincitore. “Sulla base di diverse case history aziendali, dimostreremo come l’attenzione all’inclusione e la capacità di ascolto possano diventare un vero e proprio driver di valore non solo etico ma anche di performance dell’azienda” ha commentato Luigi Consiglio, presidente di Gea Consulenti di direzione. 
“La comprensione delle singole forme di diversità e la capacità di trasformarle in azioni inclusive arricchisce in modo più che proporzionale la brand equity riflettendosi sul posizionamento e sui risultati in termini market share, fatturato e redditività, a parità di altre condizioni”.

Nella vision di Gea è la capacità di ascolto che si identifica con l’inclusività, nella misura in cui viene rivolta a tutte le componenti dell’impresa: dipendenti, funzioni aziendali, clienti, fornitori e tutti gli stakeholder. La capacità di ascolto imprime sia un assetto strategico ai processi che una intelligenza strategica allo sviluppo prodotto e all’attività di marketing senza soluzione di continuità. Quanto più un’azienda fa sì che la diversità permei le sue varie componenti e tanto più la sua strategia sarà ricca e fertile. Quanto più un’azienda è omogenea e tanto più la sua strategia sarà debole, sia con riferimento alla sua struttura interna (i processi), sia verso l’esterno (il mercato). La diversità , quindi, funge da vero e proprio fertilizzante della strategia aziendale, arricchendola e determinandone un più ampio successo.

Il tema Diversity & Inclusion il 28 ottobre 2022 sarà anche l’argomento della tavola rotonda «Inclusività e Esg come vantaggio competitivo dell’industria italiana. Studio originale Gea» all’interno della cornice dello storico premio Eccellenze d’Impresa.
L’inclusione si sostanzia, infatti, nella creazione di un ambiente lavorativo e di una società che vedano le differenze personali come un valore e in cui tutte e tutti abbiano accesso equo a opportunità e risorse e siano trattati con uguale rispetto. È allora che la diversità (genere e identità di genere, ageing, orientamento sessuale e affettivo, disabilità, status socio-economico, etnia e religione/credo) funge da vero e proprio fertilizzante della strategia aziendale, arricchendola e determinandone un più ampio successo.