La città della medicinaintervista a Farina e Valiante
Alfonso Farina e Gianfranco Valiante

Farina: «Così da noi la storia incontra l’innovazione»

La più importante scuola medica del Medioevo rinasce sotto una nuova veste, in piena sintonia con la modernità. È da questa idea che nasce il progetto di Città della Medicina, come spiega l’assessore del Comune di Baronissi (Salerno) delegato alla realizzazione dell’opera, Alfonso Farina (mella foto). «Vogliamo far risorgere la scuola medica salernitana, un’istituzione che nasce nel IX secolo e che costituisce la base di tutta la medicina mondiale».

Assessore, come nasce il progetto?

Originariamente avevamo pensato ad allestire una Città dei Giovani, poi quando la Facoltà di Medicina dell’Università di Salerno è stata spostata presso il campus di Baronissi abbiamo ideato Città dei Giovani e della Medicina, che poi è il nome completo dell’attuale opera.

Rilancio della scuola medica salernitana a parte, qual è il principio ispiratore?

È nostra intenzione allestire un polo che consenta ai giovani laureati di fare formazione post universitaria direttamente nel luogo in cui hanno svolto il corso di studi.

E dopo la formazione?

Grazie alla presenza di attività specializzate nella sanità, nelle biotecnologie e in tutti i campi attinenti la medicina i giovani potranno facilmente trovare lavoro presso le imprese del polo, in questo modo arginiamo con un’azione concreta e innovativa il fenomeno della fuga dei cervelli e lasciamo sul territorio forza lavoro specializzata che può contribuire allo sviluppo dell’intero sistema scientifico ed economico.

Volendo entrare più nel dettaglio dell’opera, come sarà strutturata?

Avremo sia insediamenti di aziende ad alto valore aggiunto, start-up dei settori individuati in sede progettuale e attività classiche come cliniche, centri di riabilitazione, residenze sanitarie per anziani. Ecco, possiamo parlare di una vera e propria filiera della sanità e della medicina, che parte dalla ricerca e arriva fino all’imprenditoria.

Vi siete ispirati a qualche altra esperienza?

No. Città della Medicina è un’esperienza unica nel suo genere. Un polo che volutamente nasce al Sud e che ha ambizione di diventare internazionale.

Un’opera che, peraltro, giunge in un periodo particolare. Che ne pensa?

Quando siamo partiti mai avremmo immaginato di trovarci in una situazione come quella attuale, però la pandemia ha reso attualissimi i temi della formazione, della ricerca e dell’innovazione in campo sanitario. E noi, con Città della Medicina, possiamo fornire un contributo determinante in tal senso.

Il ruolo dell’Università di Salerno?

L’interlocuzione con il rettore Vincenzo Loia è costante e proficua. Le due realtà viaggiano di pari passo e devo dire che proprio il massimo esponente dell’ateneo sta offrendo un grande sostegno cercando in prima persona investitori qualificati per il polo.

I prossimi passi da compiere quali sono?

Innanzitutto aspettiamo il 13 novembre, quando scade il termine per le manifestazioni d’interesse da parte di chi vuole investire in Città della Medicina. Successivamente pensiamo di aprire un bando per l’assegnazione dei lotti anche se stiamo cercando di capire se è possibile passare alla fase operativa già dopo la presentazione delle candidature degli investitori.

E sul fronte istituzionale?

Intendiamo fare una Conferenza dei Servizi dove noi del Comune di Baronissi possiamo confrontarci con Regione Campania e Governo. Devo dire che nei colloqui intercorsi fin qui da parte delle istituzioni regionali e nazionali c’è stata la massima disponibilità a sostenere la realizzazione dell’opera. L’auspicio è di riuscire a intercettare anche finanziamenti europei.

Valiante: «Questo progetto diventa una sfida internazionale»

Città della Medicina comincia a prendere forma, un progetto che abbandona carte ed elaborati per diventare sostanza e sviluppo.

Ma Gianfranco Valiante, sindaco di Baronissi (nella foto) e ispiratore dell’azione di rilancio dell’opera, guarda già oltre. «La vera sfida sarà quella di attrarre investitori nazionali e internazionali presso questo polo all’avanguardia che stiamo allestendo. Solo in questo modo avremo davvero raggiunto il nostro obiettivo».

Come pensate di riuscirci? Le difficoltà sono rilevanti…

Attraverso un piano di burocrazia zero. Chi deciderà di insediarsi presso Città della Medicina avrà tutto il nostro sostegno e potrà contare su percorsi amministrativi agevolati.

Su cos’altro puntate?

Sulla qualità del progetto e sul posizionamento logistico dell’opera: un vantaggio competitivo fondamentale. Baronissi è a poca distanza da Salerno e Napoli e, al tempo stesso, lungo le direttrici Irpinia-Sannio e Caserta-Roma. A ciò aggiungiamo che il campus universitario di Baronissi, a stretto contatto con la nuova opera, sarà presto raggiunto dal prolungamento della metropolitana di Salerno. Di conseguenza chi verrà a mettere radici presso il polo della medicina avrà tutti i vantaggi richiesti dalle imprese moderne.

Come sarà, una volta completata, Città della Medicina? Sarà il gruppo multifunzionale che promette di essere?

Avremo un polo biomedicale di altissimo profilo e una filiera che comprende didattica, formazione, attività produttive. Sarà lo sbocco naturale per i giovani laureati e laureandi della Facoltà di Medicina, sia per quanto riguarda le attività di specializzazione che per quel che concerne l’aspetto occupazionale.

I tempi di realizzazione?

Secondo il contratto 700 giorni, ma contiamo di concludere entro 12-15 mesi al massimo. L’importante è aver superato tutti gli scogli burocratici ed essere riusciti, grazie all’aiuto della Regione, a sbloccare un finanziamento di 8,4 milioni di euro. Determinante per l’opera.