L’Italia, nella speciale classificazione del Mercer CFA Institute Global Pension (MCGPI) – un indice che analizza e mette a confronto 44 regimi previdenziali a livello globale, coprendo il 65% della popolazione mondiale, per mettere in luce le lacune di ogni ordinamento e suggerire le riforme necessarie a garantire un trattamento pensionistico più adeguato e sostenibile – giace in una triste 32esima posizione.
Lontana anni luce dai primi posti della graduatoria dove troneggiano Islanda, Paesi Bassi e Danimarca, Paesi cioè che registrano i valori più elevati dell’indice generale (grade A), confermandosi sul podio anche nell’ambito della sostenibilità. Il risultato negativo è frutto, sostanzialmente, della “insostenibilità” del nostro sistema pensionistico.
Mercer CFA Institute Global Pension cos’è
L’indice messo a punto da Mercer Italia – società leader nella consulenza su capitale umano, servizi attuariali e previdenziali, investimenti degli investitori istituzionali e Wealth Management – utilizza infatti la media ponderata dei sotto-indici di adeguatezza (40%), sostenibilità (35%) e integrità (25%).
In realtà, il nostro Paese, grazie ad alcune caratteristiche sia della previdenza di secondo pilastro sia della pensione sociale, si posiziona dignitosamente per l’adeguatezza, classifica speciale che la vede al 16esimo posto, con un valore dell’indice di 72.3 (su 100).
Pensioni in Italia, bene per integrità e adeguatezza
E anche per l’integrità, l’Italia si posiziona al di sopra della media dell’indice (24esimo posto con un valore dell’indice di 74.7) soprattutto grazie alla rigida regolamentazione dei fondi pensione e alla presenza di un organismo di vigilanza (COVIP).
«In merito alla previdenza complementare, ricopre un ruolo rilevante la possibilità di trasferire la posizione pensionistica individuale da un fondo privato ad un altro, oltre che la distinzione della posizione pensionistica dei coniugi in caso di separazione dei beni – spiega in proposito Luca De Biasi, responsabile Wealth di Mercer Italia – Per la previdenza di primo pilastro, invece, l’Italia garantisce attualmente una pensione minima accettabile in funzione del reddito ed un buon livello di tassi di sostituzione lordi».

Sistema pensionistico italiano 2022, è insostenibile
La zavorra continua ad essere il sotto-indice della sostenibilità, dove l’Italia occupa la penultima posizione, con un punteggio di 23.1 (su 100), seguita solo dall’Austria (22.7).
«Le cause di questo risultato deludente sono ancora da ricercare all’interno della situazione economica in corso, complici un debito pubblico elevato e una spesa pubblica per pensioni rilevanti – spiega ancora De Biasi – ciò che potrebbe migliorare il valore dell’indice per l’Italia è la sensibilizzazione delle persone in età lavorativa, soprattutto dei giovani, in ambito pensionistico relativamente alla previdenza di secondo pilastro».
Formazione previdenziale, educare i lavoratori in azienda
Secondo il responsabile Wealth di Mercer Italia, sarebbe importante «favorire una specifica formazione finanziaria e previdenziale in azienda, sensibilizzando i lavoratori sulla rilevanza della previdenza complementare, generando l’aumento dei tassi di adesione e un maggiore importo rispetto al versamento contributivo».
«Si tratta dell’unica strada per migliorare la capacità di risparmio e pianificazione finanziaria e arrivare al periodo pensionistico con una situazione sana e adeguata – conclude De Biasi – occuparsi di questi aspetti dimostrerebbe inoltre l’attenzione delle aziende nei confronti del benessere finanziario dei dipendenti, che sempre più chiedono al datore di lavoro l’offerta di corsi di formazione in azienda per chiarire gli aspetti relativi al proprio futuro pensionistico».