O'Leary (Ryanair):

“L’azienda, rilevata la indisponibilità alla firma unitaria dei testi presentati il 6 settembre, requisito imprescindibile per accompagnare la nascita di un progetto così ambizioso e di respiro internazionale, ha preso atto della impossibilità di addivenire ad un accordo”. Ad affermarlo è Ita, la compagnia che subentrerà ad Alitalia, al termine dell’incontro per la conclusione della procedura sindacale all’esito del differimento richiesto e accordato dall’azienda per il raggiungimento di un accordo sulla chiusura della procedura e sui fondamentali economici del Piano. Lo riporta Adnkronos.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


“Oltre ai rappresentanti dell’azienda sono intervenute le associazioni professionali Anpac, Anpav, Anp e Fast – Confsal che si sono dichiarate disponibili alla firma dell’accordo di chiusura della procedura sottoposto dall’Azienda lo scorso 6 settembre all’esito del confronto iniziato il 25 agosto. Nel corso della mattinata, le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporto Aereo – assenti all’incontro – avevano fatto pervenire all’Azienda una controproposta che escludeva le associazioni professionali dalla firma della stessa”, sottolinea la compagnia.

Ita “conferma l’intenzione di procedere all’assunzione delle 2800 persone attraverso l’applicazione di un regolamento aziendale”, si legge ancora. “Nell’impossibilità di soluzioni condivise, la conclusione di questa fase deriva dalla necessità di attivare i numerosi e complessi processi per garantire la partenza operativa il 15 ottobre e per consentire alle strutture aziendali l’esame dei 30.000 profili ricevuti (oltre 7.000 dei quali – pari al 70% degli attuali dipendenti – provenienti da Alitalia) che hanno dimostrato di credere nel progetto di Ita in vista dell’assunzione nella nuova Compagnia”, sottolinea l’azienda.

“Il presidente di Ita Alfredo Altavilla esprime il rincrescimento per l’impossibilità di arrivare ad un accordo, motivata dal perdurare di pregiudiziali puramente formali che nulla hanno a che fare con il merito e la bontà del progetto relativo alla nascita di Ita e che rispecchiano consuetudini e linguaggi non più attuali”, sottolinea ancora Ita nella nota al termine dell’incontro con i sindacati.

L’attacco di O’Leary

“Alitalia e Ita sono due facce della stessa medaglia, anche la nuova compagnia riceverà soldi pubblici come la vecchia ma alla fine anche Ita fallirà”. E’ netto il giudizio formulato all’Adnkronos da Michael O’Leary, ad del gruppo Ryanair, che osserva come “nel medio termine di sicuro Ita non farà utili: i conti non saranno sostenibili e avrà di nuovo bisogno dei soldi pubblici”. Quello attuale, aggiunge il manager irlandese, “è l’ennesimo 6 round di aiuti concesso ad Alitalia, ma l’Europa continuerà ad autorizzarli fino a quando, alla fine, sarà venduta a Lufthansa o Air France”.

 
“Entro 3-4 anni non penso che Ita resterà una compagnia indipendente” afferma: in ogni caso, “nel post-covid Ita sarà il 60% della compagnia precedente, e questa riduzione di capacità è una sfida per Ryanair per cogliere le opportunità” aperte da questo disimpegno.

L’ad di Ryanair conferma che la compagnia “non è interessata al marchio di Alitalia”, una società che “alla fine non ha asset di valore. A parte gli slot, che speriamo vengano riassegnati in tempi brevi, per poter crescere sul vostro mercato”.

Un mercato che – osserva – ha finora sofferto di un problema “strutturale”: “è un sistema che ruotava intorno ad Alitalia, una compagnia controllata dal governo. E le linee aeree non possono funzionare se operano sotto il controllo pubblico”. “Basti vedere – ricorda – cosa è successo a British Airways, che non ha avuto più bisogno di aiuti di stato dopo essere stata privatizzata. In Alitalia hanno speso soldi per le uniformi, si sono preoccupati di soddisfare i lavoratori e non i clienti”.

“Ma in questi anni il settore aereo si è trasformato, i viaggi di breve raggio è diventato una ‘merce’, la gente vuole viaggi a poco costo, Il consumatore si è mosso in avanti mentre il governo e i sindacati – lamenta il manager – si sono rifiutati” di accettare la nuova situazione.

“In Italia abbiamo visto una ripresa molto forte, e al momento registriamo una alta richiesta dal Nord Europa verso il vostro paese”, ha detto ancora O’Leary, in occasione della presentazione degli operativi invernali, ribadendo la ‘scommessa’ della compagnia sul nostro mercato, confermata dall’apertura di due nuove basi (Treviso, già operativa, e Torino, da fine ottobre).

O’Leary evidenzia le dinamiche – in questa fase post-pandemica – del traffico aereo: “I voli nazionali si stanno riprendendo molto più rapidamente di quelli a lungo raggio, anche perché il varo del green pass europeo digitale a luglio ha spinto il traffico domestico”. Per quanto riguarda l’Italia, in dettaglio “pensiamo che le prenotazioni della stagione estiva si allungheranno a settembre e ottobre”. “Chi prima del covid avrebbe viaggiato in autunno verso l’Asia o l’America oggi è in un certo senso forzato a restare in Europa e l’Italia è in cima alla sua agenda” osserva l’ad di Ryanair.

Ma – spiega – i viaggiatori potranno contare su costi più favorevoli, visto che “è una ripresa di volumi e non di prezzi, che sono stati in questi mesi molto più bassi rispetto al periodo pre-covid e lo resteranno anche nelle prossime stagioni”.