La buona notizia è che il governo Draghi ha scelto di spingere l’ex Alitalia, ora Ita Airways tra le braccia del fondo Certares, di Delta e di Air France-Klm. Naturalmente non è scritta la parola fine, e non è detto che trattativa vada in porto. O comunque non prima delle elezioni 2022.
L’annuncio in pompa magna del Ministero dell’Economia e delle Finanze deve ora confrontarsi con la dura realtà del risiko che sta per andare in scena.
Questo è solo il secondo tempo di una questione complicata che va avanti da febbraio 2022, ossia da quando l’esecutivo di Mario Draghi ha approvato il decreto di privatizzazione della compagnia area.
Chi vuole comprare Ita Airways
Sul tavolo della trattativa esclusiva decisa dal governo c’è il Fondo di investimenti Certares nato nel 2012. Oggi controlla oltre 10 miliardi di dollari, occupandosi di viaggi e turismo, un settore ben collegato ai voli.
Nella cordata che potrebbe acquisire l’ex Alitalia c’è anche la compagnia aerea statunitense Delta Airlines, fondata nel lontano 1925 con un portafoglio di 5.400 voli internazionali al giorno.
Il terzo attore è Air France-Klm, un tandem di compagnie aeree che vede unite la francese Air France e l’olandese Klm.
Fuori dal tavolo delle trattative ci sono le due grandi escluse: Msc e Lufthansa. Certares avrebbe sbaragliato la concorrenza con un rilancio da 335 milioni di euro, su 700 totali.
Quanto è stato offerto per l’ex Alitalia
È una trattativa esclusiva e riservata, naturalmente, per tutelarsi da ingerenze o fluttuazioni di mercato. Ma, secondo indiscrezioni, Certares ha un peso del 50%, più delle percentuali ventilate in partenza. La minore fetta di torta andrebbe a Air France Klm e Delta. Allo Stato italiano il 45% (o 49%) con un aumento di capitale fino 600 milioni che si sommano ai 650 del Ministero del Tesoro approvati dall’Ue.
In gioco, come da decreto che ha privatizzato la compagnia tricolore, ci sono posti di lavoro, garanzie sugli hub nazionali e, cosa più importante, la gestione della governance per evitare lo sfacelo in cui è, è il caso di dire “precipitata” la vecchia compagnia di bandiera italiana: Alitalia, segnata da sprechi, gestioni allegre e improduttive. Insomma, abbiamo perso quello che per molti era l’orgoglio nazionale.
Chi è Ita Airways
ITA Airways è l’acronimo di Italia Trasporto Aereo. È stata fondata l’11 novembre 2020 ed è l’ereditiera del carrozzone Alitalia. Subentra dopo decenni di sprechi, scioperi, conti in rosso e capitalizzazioni da parte dello Stato e dei cittadini. Una compagnia, l’Alitalia, segnata dalle “turbolenze”, fino a che è stata fatta precipitare perché non più sostenibile. Ita Airways è di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Cosa è successo ad Alitalia
Perché Alitalia ha cambiato nome
Ita Airways è il vettore italiano fondato dal governo dopo 1627 giorni di amministrazione straordinaria. Ma, soprattutto, dopo che la Commissione europea aveva dichiarato illegale l’ennesimo prestito ponte di 900 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2017 per salvarla dal fallimento dovuto a sprechi, gestioni inefficienti e continui salvataggi.
Quanti aerei ha Ita Airways
Stando agli obiettivi stabiliti, nel 2022 Ita Airways dovrebbe chiudere con 88 aerei (24 in più quest’anno). La flotta di Ita Airways ha accolto il primo degli Airbus 350-900 per il lungo raggio e segna lo step di avanzamento del progetto della “startup italiana” del trasporto aereo. Il direttore vendita Benedetto Mencaroni Poiani ha promesso: “Siamo qui per il Paese e per fare le cose insieme, Ita Airways è il motore del turismo e da questi incontri con gli operatori sento che c’è un forte attaccamento a questo concetto. Gli italiani credono nel nostro progetto, che è un nuovo inizio. Far partire una legacy carrier con la complessità di servizi che ne consegue non è così semplice. Oggi siamo qui per spiegare che in poco più di sei mesi abbiamo raggiunto questi risultati: il 96% dei voli in orario e il 99,9% delle operazioni completate”.
Quanto è costata Ita Airways
La newco Ita Airways ha acquisito il marchio Alitalia per 90 milioni di euro, insieme ai domini alitalia.com e alitalia.it. Nella trattativa che sarà avviata dopo le elezioni del 25 settembre il Ministero metterà sul piatto i nuovi obiettivi della compagnia italiana. Il governo vuole passare dagli attuali 2800 dipendenti del settore aviazione ai futuri 5750 del 2025.
Per questa operazione, lo Stato italiano ha investito 1,35 miliardi, promettendo maggiore qualità nei servizi, prezzi dei voli contenuti, più impiego di carburanti sostenibili alternativi e non inquinanti, maggiore competizione e meno protezionismo dei governi politici, più ricavi nel futuro e gestione efficienti (governance).
Quanto ci è costata Alitalia
Secondo un calcolo del Codacons, la nostra compagnia di bandiera, quella che doveva essere la “più sexy d’Europa”, una bandiera sventolata troppe volte orgogliosamente, mentre precipitava nel vuoto, in 47 anni è costata agli italiani ben 13 miliardi di euro, vale a dire 500 euro a famiglia, 216 euro per ciascun cittadino, neonati compresi.
Il presidente Alfredo Altavilla si lamenta già dello stipendio
Il presidente di Ita Airways è Alfredo Altavilla. Il ceo è Fabio Lazzerini. Altavilla è stato braccio destro di Sergio Marchionne e quest’anno è passato alle cronache per una lettera al quotidiano Repubblica in cui si lamentava della politica di remunerazione.
Quanto guadagna il presidente di Ita Airways
Ma quanto guadagna Alfredo Altavilla? Ben 440mila euro lordi annui. Da aggiungere vari extra, bonus e risultati. Altavilla, presidente dell’ex Alitalia, guadagna 40 volte di più di una hostess o uno steward e 18 volte più di un pilota cui è affidata la responsabilità dei voli e della sicurezza dei passeggeri. Fratelli d’Italia ha chiesto le sue dimissioni invitandolo provocatoriamente a piangere miseria a Berlino, in quel di Lufthansa.