Aspettative di inflazione più elevate lungo la curva

Ad agosto, l’inflazione continua ad essere presente ma a un ritmo più lento rispetto ai mesi precedenti. Si è portata al 5,4% anziché al 5,5% come previsto inizialmente. A evidenziarlo sono i dati ciclici dell’Istat. Questo rallentamento nell’aumento dei prezzi è dovuto principalmente a una minore crescita dei costi dell’energia e del cibo rispetto agli aumenti registrati in passato. Tuttavia, va notato che i prezzi dell’energia e del food sono ancora piuttosto alti, con un aumento del 9,7% rispetto al 2022.

Inflazione in calo ad agosto secondo l’Istat

I prezzi dei diversi settori di beni e servizi stanno rallentando. In particolare – si legge dall’Istat – i prezzi dell’energia non regolamentata sono saliti meno rapidamente, passando dal 7,0% al 5,7%. I servizi legati al tempo libero, alla cultura e alla cura della persona hanno visto un rallentamento nell’aumento dei prezzi dal 6,6% al 5,8%. I prezzi degli alimenti non lavorati hanno registrato un rialzo meno marcato, scendendo dal 10,4% al 9,2%. I costi dei servizi di trasporto sono cresciuti più lentamente, passando dal 2,4% all’1,2%. I beni durevoli hanno visto uno stop nell’aumento dei prezzi dal 5,4% al 4,6%. Infine, i prezzi dei prodotti alimentari lavorati sono saliti leggermente meno, dal 10,5% al 10,0%. Questi rallentamenti nei prezzi sono stati in parte compensati da un aumento moderato nei costi dei servizi legati all’abitazione, che sono passati dal 3,6% al 3,9%, e da una diminuzione meno marcata dei prezzi dell’energia regolamentata, che sono scesi dal -30,3% al -29,6%.

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Rallentano i prezzi dell’energia e del cibo

L’inflazione di base, escludendo l’energia e i prodotti alimentari freschi, è ancora in calo (dal 5,2% al 4,8%), così come l’inflazione escludendo solo l’energia (dal 5,5% a luglio al 5,0%). Anche l’aumento dei prezzi dei prodotti comunemente acquistati sta perdendo un po’ di slancio (dal 10,2% al 9,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto stanno accelerando (dal 5,5% al 6,9%). Secondo i dati Istat, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 5,5% rispetto all’anno precedente, confermando le stime. Questo calo più significativo nell’IPCA è principalmente dovuto ai saldi estivi, che non sono inclusi nell’indice. In particolare, i prezzi dell’abbigliamento e delle calzature sono diminuiti del 3,2%, in modo più pronunciato rispetto all’anno scorso (-0,7%). Questo ha portato a un rallentamento dell’aumento dei prezzi in questa categoria di spesa, che è passato dal 5,4% al 2,7%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), escludendo i tabacchi, è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 5,2% rispetto all’anno precedente.