L’indice azionario S&P 500 ha recuperato due terzi della perdita di valore, rispetto al fondo toccato nelle scorse settimane. Negli Stati Uniti al momento va per la maggiore la prospettiva secondo cui gli stimoli monetari della Federal Reserve proseguiranno anche nei prossimi mesi, se non per i prossimi anni. Da qui, la reazione conservativa del mercato che prosegue con una “fase toro” nel tentativo di difendersi dalla peggiore crisi economica mai vista nella storia contemporanea.
L’effetto collaterale del sostentamento del mercato attraverso immissioni di liquidità costanti nel tempo, è che i suoi operatori “sono diventati dipendenti dagli stimoli“. La considerazione di David Spika (in foto), presidente di GuideStone Capital Management (società da 12,5 miliardi di masse gestite), è messa in evidenza dall’agenzia Bloomber, che condivide la preoccupazione per una dinamica degli investimenti troppo orientata verso gli asset rischiosi, rappresentati da titoli di società dal valore elevato ma dallo stato creditizio precario.
L’otlook di una politica di stimoli monetari “perenne” sembra trovare conferma nei provvedimenti della Fed, supportate dal comportamento dei responsabili politici che, secondo il suo governatore Jerome Powell, “non hanno alcuna fretta di vedere ritirate” queste misure.