L’adozione di una tecnologia tende a seguire uno schema in cinque fasi, che l’azienda leader nella ricerca tecnologica Gartner chiama “Hype Cycle“.
L’Ia si trova probabilmente nella seconda fase, o quasi, il picco delle aspettative gonfiate, e potrebbe rimanervi per qualche anno.
Tracciare l’adozione dell’Ia lungo la stessa curva dell’adozione di Internet offre alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere in futuro.
Quest’anno c’è stato un ronzio cacofonico intorno a tutto ciò che riguarda l’Ia e, a un certo punto, ci si può aspettare che si plachi. L’entusiasmo per qualsiasi nuova tecnologia trasformativa si manifesta a ondate: è appunto quello che la società di ricerca Gartner ha ribattezzato “Hype Cycle”. Si tratta essenzialmente di uno schema a cinque fasi e sapere a che punto del ciclo ci troviamo può aiutarvi a prendere decisioni di investimento intelligenti.

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Fase 1: l’innesco dell’innovazione
In questa fase iniziale del ciclo, la tecnologia di solito non è ancora stata trasformata in alcun tipo di prodotto e di solito esiste solo all’interno di alcuni laboratori o aziende startup. Ci può essere un po’ di chiacchiericcio da parte dei media e qualche punto di vista in giro, ma probabilmente non ha ancora catturato l’attenzione delle masse. Per quanto riguarda l’IA, questa fase è stata raggiunta un bel po’ di anni fa. Il primo robot che giocava a scacchi muoveva pedine già negli anni Cinquanta. Ma l’inizio del cammino dell’IA verso la commercializzazione è stato probabilmente la creazione nel 2010 di DeepMind, il laboratorio di ricerca britannico sull’IA ora di proprietà di Google Alphabet. Per fare un paragone, è come quando Tim Berners-Lee ha creato il world wide web nel 1989: ci sono voluti anni prima che internet entrasse nelle università, e poi negli uffici e nelle case di tutto il mondo.

Fase 2: il picco delle aspettative gonfiate
Questo è ciò che accade dopo che le cose iniziano a funzionare davvero. A questo punto la tecnologia è stata utilizzata per sviluppare prodotti effettivamente utilizzabili e sono stati effettuati numerosi investimenti per finanziarne lo sviluppo. I progressi sono stati riportati da tutti i media tradizionali e le aziende hanno fatto a gara per essere le prime ad adottarli, nella speranza di anticipare la concorrenza. Alcune di queste startup saranno state acquisite da aziende più grandi e, come suggerisce il nome di questa fase, le speranze saranno alle stelle. Ma attenzione: in questa fase la tecnologia inizia a presentare qualche problema.
A molti sembra che questo sia esattamente il punto in cui ci troviamo oggi con l’Ia. Vi viene da fare un paragone con il 1999 e la mania delle dot-com, quando centinaia di aziende apponevano “.com” alla fine del loro nome e lanciavano le loro azioni in borsa, a volte senza nemmeno avere un prodotto vero e proprio. Non è un paragone perfetto, perché le tecnologie di Ia generativa in uso oggi – come ChatGPT – sono molto reali e, per di più, piuttosto fantastiche. Ma il ciclo suggerisce che, a questo punto, ci aspetta una verifica della realtà. La domanda è: cosa la scatenerà? Forse saranno i risultati trimestrali dei leader dell’IA a far riflettere. Microsoft, dopo tutto, ha recentemente dichiarato agli investitori che l’Ia aumenterà solo gradualmente. Non è esattamente musica per le orecchie dei mega-tori ipnotizzati.

Fase 3: il baratro della disillusione
Quando le aspettative sono così gonfiate, secondo Gartner, è inevitabile che si verifichino dei contraccolpi, e questo è importante che gli investitori lo tengano presente. Fino a poco tempo fa, la maggior parte della negatività intorno all’Ia si limitava ai fanatici della fine del mondo, convinti che i robot distruggeranno l’umanità. Non voglio essere superficiale: si tratta di una minaccia reale. Ma poiché la maggior parte delle persone non capisce come o perché ciò potrebbe accadere, lo scenario dell’Armageddon tende a essere ignorato. Tuttavia, c’è un rischio reale che possa accadere qualcosa di brutto – a meno di una calamità esistenziale globale, si spera -. Forse ci sarà una piccola evasione in cui l’intelligenza artificiale prenderà il controllo di uno o due server, o forse riuscirà a chiudere uno spazio aereo o a infettare un sistema con uno strano bug. Chi lo sa? Che ci crediate o no, gli investitori dicevano che Internet non avrebbe mai preso piede e che la gente avrebbe sempre voluto provare i vestiti in un negozio vero e proprio e tenere in mano un giornale fisico. Lol.

Fase 4: la china dell’illuminazione
In questa fase, la vera potenza della tecnologia si sprigiona. Con l’Ia è praticamente impossibile sapere come sarà, ma usiamo il nostro fidato paragone con Internet per orientarci. Basti pensare che lo smartphone, lo streaming, la tecnologia cloud, i veicoli autonomi e persino l’Ia sono tutti figli di Internet. E l’Ia avrà dei figli a sua volta: è un pensiero entusiasmante.


Fase 5: l’altopiano della produttività
Semplicemente, questo è probabilmente il punto in cui Internet si trova ora. L’adozione del cloud è elevata e ogni giorno viene lanciata una nuova startup software. Internet è ancora un incredibile strumento di produttività e continua a plasmare il nostro mondo, ma a questo punto la tecnologia serve soprattutto a migliorare le cose esistenti, piuttosto che a farne di nuove. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, chi può sapere quando arriverà questa fase? Con una pistola puntata alla tempia, direi che manca un buon decennio, forse di più.
Se, come dice Gartner, tutte le principali tendenze tecnologiche seguono questo Hype Cycle, ci saranno alti e bassi per l’IA. Ma soprattutto, se siete d’accordo sul fatto che siamo al culmine o quasi delle aspettative gonfiate, allora potete aspettarvi una certa disillusione. Ma questo potrebbe non avvenire prima di un po’ di tempo: dopo tutto, la gente ha definito il picco del clamore di Internet anni prima che la bolla scoppiasse. E vale la pena ricordare che, anche quando si raggiunge il baratro della disillusione, si può sempre tenere gli occhi puntati sul premio a lungo termine e prepararsi a risalire la china dell’illuminazione.