Da 24 ore l’Italia è senza ChatGPT, lo strumento più famoso nell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, è stato disattivato dalla società che lo gestisce dopo che il garante per la privacy ha chiesto alla piattaforma proprietaria di adeguarsi alla normativa italiana sulla privacy. In sostanza l’accusa principale è quella non di non tutelare i dati degli utenti, ma di pescare nella rete informazioni che assemblate spesso possono risultare distorte, o false, o eventualmente diffamatorie. Subito gli italiani si sono divisi in apocalittici e integrati, cioè in chi vede l’intervento del Garante come un attentato alla libertà di pensiero, e chi invece si è schierato a favore del rispetto delle regole. E poi in molti è prevalso il senso pratico, che li ha portati a chiedersi come si farà senza intelligenza artificiale. I più esperti di computer hanno già consigliato di utilizzare una Vpn straniera, ma in realtà esistono molte alternative e diverse app di scrittura, che hanno le stesse funzioni di chatGPT e sono disponibili sulla piattaforma google play o anche semplicemente in rete.
Quanto costa l’Intelligenza artificiale
Certo il vantaggio di ChatGPT è senza dubbio quello di essere gratuita e con un interfaccia più che semplice. L’altro vantaggio soprattutto è quello di poter essere utilizzata all’infinito, senza limitazioni. La maggior parte di queste nuove app è a pagamento, ma quasi tutte mantengono una versione free. È il caso ad esempio di Paragraph AI, che però limita l’utilizzo a un tot di scritti al giorno. ChatGPT AI Chatbot, prodotta da Nova chiede appena scaricata la app di accettare le condizioni sulla privacy. Il costo della versione illimitata va dagli 8.99 ai 6.99 euro. Lo stesso vale per Chatbot creata da AppStationStudio, mentre quella offerta da Codewaj digijtal costa 5,49 alla settimana. La lista di alternative, tutte con la possibilità di versioni di prova o free, è piuttosto lunga su google play.
Quale affidabilità ha l’Intelligenza Artificiale
A questo punto non rimane che scegliere l’ideale sostituto di quella che era la prima chat (e più famosa) a utilizzare l’intelligenza artificiale. Le versioni di prova servono, però, anche a capire l’affidabilità di questo strumento. Per ora sembra difficile trovare risposte univoche da più chat. Alla richiesta di una biografia di una persona sono arrivate almeno quattro risposte con informazioni diametralmente diverse e tutte sbagliate. “L’errore – spiega Andrea Barchiesi reputation manager che ha da poco aperto il sito – è continuare a considerare l’intelligenza artificiale come uno strumento che ha capacità cognitiva. In un certo senso l’abbiamo sopravvalutata. Non procede in modo senziente, ma in modo statistico. Ma ci accorgiamo di questo modo di operare solo oggi, perché lo stesso vale per Google e per tutto internet. I motori di ricerca procedono già attraverso brandelli di notizie che vengono assemblati. L’errore è quello di chiedere a uno strumento di avere risposte come se avesse capacità interpretative”.