intelligenza artificiale
JERRY SCOTTI SHOWMAN

Si è da pochi giorni concluso lo sciopero di Hollywood di attori e doppiatori contro l’intelligenza artificiale e nel settore dell’intrattenimento c’è chi si interroga sull’ipotesi che possa capitare qualcosa di simile anche in Italia. Ma davvero un giorno si potranno riprodurre le voci con l’intelligenza artificiale. Qualcosa di simile è già successo a Jerry Scotti con la app Fake you, ma al momento si è ancora a livello di scherzo. E se un domani all’insaputa di un attore si girasse un film riproducendo la sua voce?

A chi fa paura l’intelligenza artificiale

Gli autori temono di venire presto soppiantati da questa tecnologia, mentre gli artisti paventano il rischio di essere clonati digitalmente senza i loro preventivo consenso, rischiando così di incorrere in versioni deepfake di se stessi o della propria voce, come successo recentemente all’attore americano Tom Hanks, al rapper Bad Bunny e non solo.  

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Secondo Lydia Mendola, partner di Portolano Cavallo: «In Italia e in Europa le leggi vigenti sul diritto d’autore sono diverse rispetto agli Stati Uniti. Nel nostro paese esiste il cosiddetto diritto all’immagine, secondo il quale, per poter ritrarre legittimamente una persona e usarne l’immagine, occorre – salvo eccezioni – ottenere il consenso del soggetto ritratto. Il diritto all’immagine tutelato dal diritto italiano ha una doppia natura: è sia un diritto della personalità (tutela la dignità, l’onore e la riservatezza della persona) sia un diritto patrimoniale azionabile quando l’immagine è usata a scopi economici. Quindi, l’uso non autorizzato delle sembianze di una persona comune o un’attrice o attore riprodotto attraverso l’AI sarebbe senz’altro censurabile sotto il profilo della violazione del diritto all’immagine anche quando l’uso non è fatto con finalità commerciali. In ogni caso la violazione del diritto all’immagine conferisce tutela inibitoria e risarcitoria nel caso in cui il soggetto ritratto abbia effettivamente patito un danno. In USA il Right of Publicity ha invece un ambito di applicazione più limitato, posto che si tratta di un diritto di natura patrimoniale, invocabile principalmente quando si fa un uso non autorizzato dell’immagine o dell’identità di una persona per finalità commerciali. Il Right of Publicity, per esempio, potrebbe essere invocato da Tom Hanks per tutelare la propria immagine, utilizzata senza il suo consenso per la realizzazione di un deep fake generato da AI per promuove una campagna pubblicitaria a favore di una catena di dentisti».