La corsa dell’inflazione porterà a settembre a un rialzo dei tassi, di sicuro quelli della Fed, ma non è escluso che anche la Bce vi metta mano. L’inizio di settembre è pieno di nubi sui mercati, che risultano indeboliti, al pari di come lo erano a febbraio. Scendono i listini in Asia, calano i future Wall Street e anche in Europa, mentre il Wti va sotto i 90 dollari al barile e il dollaro sfiora la soglia dei 140 yen. La grande attesa per oggi è sui dati del mercato del lavoro Usa, che potrebbero provocare una maggiore aggressività sui tassi, alla luce del messaggio da ‘falco’ di Jerome Powell a Jackson Hole.
Aumentano i posti di lavoro negli Stati Uniti
Intanto sono stati diffusi i dati Adp sugli occupati nel settore privato. Ad agosto l’economia americana ha creato 132.000 nuovi addetti, dopo l’aumento di 270.000 posti del mese di luglio, contro un’attesa crescita di 288.000 unita’. Rimane però il problema dell’inflazione ed è anche per questo che i mercati a settembre si aspettano un nuovo rialzo dei tassi di 75 punti base, il terzo consecutivo. Il presidente della Federal Reserve di Cleveland, Loretta Mester, ha dichiarato che la banca centrale dovrà aumentare i tassi d’interesse al di sopra del 4% entro l’inizio del prossimo anno e dovrà mantenerli alti per evitare che l’inflazione le sfugga di mano. Mester teme anche i rischi di recessione per il prossimo anno, o per i prossimi due. I rendimenti dei Treasury sono al rialzo, col 10 anni quasi al 3,2% e il 2 anni vicino al 3,5%. “Per il momento la tendenza dei mercati e’ decisamente volta a riflettere tensioni al ribasso piuttosto che al rialzo – commenta Vincenzo Bova, strategist di MtsCapitalservice – Tuttavia nelle prossime settimane molto dipendera’ dalle pressioni sui prezzi dell’energia elettrica nell’Eurozona”.
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Vola l’inflazione in Europa trascinata dal gas
A preoccupare i mercati c’è la crescita dell’inflazione europea che nel mese di agosto ha toccato il livello record del 9,1%, che potrebbe crescere ancora. Gli esperti non escludono un rialzo di 75 punti base dei tassi della Bce a settembre. Il problema più sentito è quello dei prezzi dell’energia, con la chiusura in questi giorni del condotto di Gazprom, i quali nel mese di agosto sono saliti a +38,3% dal +39,6% di luglio, seguiti dai prodotti alimentari (+10,6% dal +9,8% di luglio), dai beni industriali non energetici (+5 rispetto al +4,5% di luglio) e dai servizi (+3,8% dal +3,7% di luglio). Secondo gli analisti di Commerzbank, e’ improbabile che l’inflazione dell’Eurozona abbia già raggiunto il suo picco. Al contrario, e’ probabile l’indice salga ancora a settembre.