L‘inflazione da una parte, a Ovest, e il Covid dall’altra, a Est. Ieri su Piazza Affari sono soffiati venti ribassisti e la chiusura – con il Ftse Mib che ha ceduto lo 0,95% a 21.567 punti – ha risentito certamente dello sguardo preoccupato rivolto dagli investitori da un lato ai dati in arrivo mercoledì sui prezzi – gli analisti si attendono un nuovo picco su quelli al consumo, previsti salire dell’8,8% nel mese di giugno – negli Usa e dall’altro alle nuove misure restrittive che in Cina potrebbero essere varate per far fronte al rinfocolarsi dell’emergenza pandemica.
Le autorità a Pechino hanno già imposto sanzioni ad alcuni big del comparto hi-tech e i casi di Covid, dopo la scoperta di una nuova sottovariante, sono in aumento in particolare a Shangai. E l’effetto-lockdown continua a turbare i sonni dei mercati che già pensano con terrore alle restrizioni che hanno bloccato nei mesi scorsi le catene d’approvvigionamento globale e colpito il commercio internazionale.
Su Wall Street in calo pesano trimestrali e inflazione
Listini assai nervosi dunque in apertura di questa settimana che ha visto Wall Street debuttare in negativo, condizionata – oltre che dalla corsa senza fine dell’inflazione – anche dall’avvio della stagione delle trimestrali con i colossi bancari come JPMorgan, Wells Fargo, Citigroup e Morgan Stanley che giovedì dovrebbero comunicare i loro conti. Il Dow Jones perde lo 0,52% a 31.186,78 punti e il Nasdaq cede l’1,92% a 1.411,88 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,10% a 3.857,00 punti.
Da notare il crollo del titolo di Twitter – dopo il passo indietro di Elon Musk sull’acquisizione da 44 miliardi di dollari della società – che cede il 7,35% al Nyse di Wall Street nei primi scambi dopo l’apertura del mercato, con il valore che cala a 34,14 dollari per azione. In
Autogrill è tonfo in Borsa dopo l’accordo con Dufry
E da noi il mercato azionario non poteva non risentire del calo deciso di Wall Street. Piazza Affari, dopo aver raggiunto la parità, è tornata a rotolare ma facendo comunque meglio delle altre borse europee. A soffrire sono soprattutto le banche, con Unicredit a -2%,
Intesa -1,5%, Bpm -3,6%, Bper -4,3%, ma i cedimenti non risparmiano nemmeno i titoli finanziari. Giù vanno anche Moncler, Nexi, Stellantis a -1,5%. Nell’energia
Eni sul +0,3%, tengono Enel, Italgas, Snam, Terna sul +1,4%, mentre Saipem va in controtendenza e accelera sul +4,2%. Bene Tim con un +1,7%.
In forte calo anche Autogrill (-7,54%), spinta al ribasso dall’accordo siglato da Edizione che prevede l’integrazione con Dufry per la creazione di un gruppo globale da oltre 12 miliardi di ricavi ed un Ebitda di circa 1,3 miliardi nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia. L’operazione per la quale Dufry lancerà un’offerta pubblica obbligatoria rivolta al mercato per lo scambio di azioni Autogrill in azioni Dufry o, in alternativa, per cassa, non ha giovato al titolo ieri.
Si è mosso di poco invece lo spread tra Btp decennale e l’omologo Bund tedesco con un lieve rialzo a 204,7 punti dopo l’apertura a 203 punti, in linea con la chiusura di venerdì. Il rendimento è pari al 3,292%.
Nord Stream 1 chiude, routine o effetto-guerra del gas?
Gli occhi della comunità internazionale sono rivolti intanto non solo agli indicatori finanziari ma soprattutto alla situazione in Ucraina e alla “guerra del gas“. Lascia più di una apprensione infatti la chiusura per manutenzione del gasdotto Nord Stream 1 – la più grande infrastruttura di importazione di gas dell’Ue di proprietà della società russa Gazprom – che, seppur di routine, potrebbe segnare l’inizio del blocco delle forniture da parte di Mosca.
I lavori dureranno fino al 21 luglio, ma governi, mercati e aziende temono che la chiusura possa essere prolungata a causa del conflitto in corso. Nord Stream 1 trasporta 55 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno di gas dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico. Riguardo all’Italia, Gazprom ha comunicato a Eni che per la giornata di oggi fornirà volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi/giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi/giorno.