
Ottocento milioni di spesa in meno per i consumatori rispetto a un anno fa. L’estate 2022 porterà con sè una prima contrazione dei consumi delle famiglie dovuta all’aumento dei prezzi. Lo sostiene Confersercenti basandosi sull’impatto delle utenze e di altre spesse fisse “incompribili”.
Inflazione Italia oggi, così si ferma la crescita
Il +1% fatto registrare dal Pil nel secondo trimestre di quest’anno grazie proprio alla spinta, tra gli altri fattori, della domanda interna, non deve far ingannare: la crescita, dopo un anno, torna in territorio negativo e la causa principale è l’inflazione.
Crollo dei consumi 2022 così si può arrivare a 3 miliardi
«Per il trimestre estivo prevediamo un calo della spesa dei consumatori di -800 milioni rispetto all’estate scorsa» spiega la Confesercenti che avverte: «Senza un rallentamento dell’inflazione, il gap è destinato ad allargarsi in autunno, con una perdita di -2,1 miliardi di consumi concentrata nell’ultimo trimestre dell’anno».
Da qui a fine anno insomma si rischia un crollo dei consumi di quasi 3 miliardi di euro. Un’inversione di tendenza che allontanerebbe ancora di più la ripresa dei consumi, ormai impossibile da afferrare prima del 2024: «a fine 2022, infatti – conclude l’associazione delle imprese esercenti – la spesa delle famiglie risulterebbe ancora di 36 miliardi inferiore al livello pre-pandemico, e anche le prospettive per il 2023, al momento, sono di un forte rallentamento, con un’inflazione ancora al 4% nella media annua».
Spese fisse valgono il 52,3% del bilancio familiare
A rallentare i consumi, l’incertezza sulla fase economica – in particolare sulle prospettive di fine anno – che spinge le famiglie a una maggiore cautela. Ma a pesare è soprattutto l’inflazione, che sta spingendo i consumatori anche a ridistribuire il budget tra le voci di spesa, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese fisse, che valgono ormai
metà del bilancio familiare.
La quota di spesa media mensile familiare impegnata dalle spese di casa e dalle utenze (abitazione, acqua, elettricità e gas), infatti, passa dal 37,4% del 2021 al 42% dei primi sei mesi del 2022, 52,3% se si considerano anche le spese dei trasporti. L’aumento dei prezzi dell’ultimo anno, infatti, si è concentrato soprattutto su beni energetici e carburanti.
Energia, carburanti, spese di casa, gli aumenti spingono l’inflazione al 6,6%
Il tasso di inflazione medio del +6,6% stimato per l’intero 2022, infatti è generato soprattutto dagli incrementi registrati da elettricità, combustibili e spese per l’abitazione (+2,5%) e trasporti (+1,5%), che insieme determinano una variazione dei prezzi del +4%, mentre i prodotti alimentari contribuiscono per il +1,4% e tutti gli altri beni e servizi +1,2%.
Aumenti cui corrisponde una diminuzione di tutte le altre voci: abbigliamento e calzature, mobili, articoli e servizi per la casa, comunicazione, ricreazione, spettacoli e cultura, servizi ricettivi e di ristorazione, persino spese per la salute.