Intesa SanPaolo e Anima: accordo a sostegno dell'industria meccanica

I dati flash sulla produzione industriale pubblicati questa settimana hanno mostrato che i produttori della zona euro continuano a lottare, mentre l’industria americana potrebbe avere il mese peggiore degli ultimi dieci anni. Le fabbriche dei 19 paesi dell’Unione Europea che utilizzano l’euro stanno vivendo un anno difficile – è vero – la loro produzione si è ridotta per quattro mesi di fila, mentre la debole domanda ha visto i nuovi ordini in calo per otto mesi. E questo sta iniziando a colpire anche i posti di lavoro: per la prima volta in quasi cinque anni, i livelli di personale sono stati tagliati. Il cruciale settore dei servizi dell’Eurozona è ancora in crescita, ma a un ritmo più lento di prima – mettendo l’economia sulla buona strada per una crescita di appena lo 0,2% in questo trimestre, anche peggiore del misero 0,4% registrato nei primi tre mesi del 2019. Ma anche negli Stati Uniti le cose sono andate maluccio. Sia il settore manifatturiero che quello dei servizi sono riusciti a crescere, ma i dati sorprendentemente lenti suggeriscono che l’economia americana nel complesso sta crescendo al ritmo più lento degli ultimi tre anni. La ragione di tutto questo destino e di tutta questa tristezza? Provate a indovinare… L’Europa insomma gioca d’azzardo sulla crescita. E i verbali di una recente riunione della Banca Centrale Europea suggeriscono che il rimbalzo atteso per il secondo semestre dell’anno potrebbe in realtà metterci un po’ più di tempo a palesarsi.