La giornata delle borse si è aperta male e finisce peggio a causa dei venti di recessione e dello spread europeo in aumento. I mercati europei sono tutti in negativo e Milano è in assoluto il peggiore. Nell’ultima seduta prima delle elezioni l’indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso del 3,3% a 21.066 punti, sui minimi della giornata.
Tra i titoli maggiori di Piazza Affari, brusco scivolone di Tenaris (-8,3%) anche sulla debolezza del petrolio, male Leonardo (-6%) con Eni e Intesa, che hanno ceduto entrambi il 4,7%. Ha provato a tenere Atlantia, limato dello 0,3%. Piazza Affari cede, infatti, il 3,09% a 21.126 punti. Male anche Parigi, che arretra del 2,31%, mentre Francoforte cede il 2,56% e Londra segna quota -2,30%.
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A Wall Street si va di male in peggio
Che le cose si mettessero male si era capito fin dalla mattinata. Nella giornata di giovedì il Dow Jones aveva aperto con un leggero calo dello 0,35% e oggi ha aperto la seduta con l’indice negativo (-1,10% a 29.744 punti). Il Nasdaq lascia sul terreno l’1,25%. Male anche l’S&P 500 che apre gli scambi a -1,23%.
Le borse asiatiche trascinate in basso da Wall Street
La giornata di venerdì si è aperta con la notizia del chiusura in ribasso anche dei mercati azionari cinesi con l’indice composito di Shanghai in calo dello 0,66% a 3.088,37 punti, mentre l’indice di Shenzhen ha chiuso in ribasso dello 0,97% a 11.006,41 punti. A pesare sulla giornata nera dei mercati è soprattutto lo spettro della recessione.
Lo spread europeo in salita
Alle 16 lo Spread in Italia è arrivato a 227 punti, secondo alcuni analisti anche in vista delle elezioni di domenica, ma anche nel resto del continente le cose non vanno meglio. Sotto pressione sono anche i Bund tedeschi il cui tasso e’ salito sopra il 2% per la prima volta dal 2013 collocandosi a 2,088%. In forte rialzo anche i tassi degli Oat francesi, a 2,65% mentre per i Bonos spagnoli si attestano al 3,221%. A fare le spese dell’andamento dellio spread europeo sono le banche: Commerzbank (-6,26%) insieme a Banco Bpm (-5%), congelata per eccesso di ribasso. Sotto pressione anche Intesa (-4%) e Unicredit (-3,48%), insieme a Bbva (-4,26%), Santander (-3,94%) e SocGen (-4%). In controtendenza Mps (-2,43%), al lavoro sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi approvato di recente in assemblea.