risparmio italiani

In una nota dell’Ufficio parlamentare di bilancio emerge come nelle ultime settimane l’inflazione abbia raggiunto i valori massimi dagli ultimi quarant’anni e l’evoluzione dei prezzi nel nostro Paese è stata spinta principalmente dai rincari degli energetici, che stanno iniziando  a rientrare. Ma gli indicatori congiunturali in prospettiva non preannunciano un allungo dell’attività produttiva nel breve periodo. La spesa delle famiglie lo scorso  anno è stata solo parzialmente sostenuta  dall’aumento del potere di acquisto, in quanto l’aumento dei redditi è stato ampiamente intaccato dall’inflazione. Ne è risultato un evidente impatto sulla propensione al risparmio scesa di oltre il 7% del reddito a disposizione, un punto in meno della media precedente la pandemia.

 

Guerra in Ucraina e crisi materie prime condizionano la crescita 

Le aspettative della nostra economia sono improntate ad un’insicurezza ancora molto estesa riferibile soprattutto alle previsioni del commercio internazionale oltre che alla forte instabilità del mercato delle materie prime condizionato dal conflitto in corso in Ucraina. La crescita dovrebbe beneficiare dell’attenuazione delle pressioni inflazionistiche solo nel secondo trimestre mentre il PIL arriverebbe ad assestarsi intorno all’1,4% solamente tra due anni, in previsione di  un graduale miglioramento della congiuntura economica. Le previsioni includono la messa a terra dei programmi di investimento del PNRR, previsti in sede comunitaria, ma anche il proseguimento della politica riduttiva della BCE cominciata nel 2022. Evidentemente il conflitto russoucraino rappresenta  il rischio maggiore a livello previsionale; va da sé poi i forti aumenti dell’energia e la scarsità di alcune materie prime potrebbero condizionare l’efficacia dei progetti di investimento del PNRR. 

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Prevale la prudenza e rallenta il risparmio degli italiani

Sul piano degli investimenti per i risparmiatori la parola d’ordine è prudenza. Anche da parte delle aziende si assiste ad un deciso rallentamento degli investimenti (da quasi  il 4% nella media del primo trimestre allo 0,8% nei mesi a venire). Nel corso del 2022 la componente riferibile a impianti e macchinari ha beneficiato di una buona dinamica di accumulazione . Bene anche le costruzioni che hanno beneficiato degli ingenti incentivi governativi. Il tasso di investimento ha raggiunto il picco record del 25%, valore massimo degli ultimi dieci anni. Stabile invece la quota di profitto intorno al 40%.