Salgono i mutui del 3,5% a gennaio e per ora non c’è risposta alla domanda di molti risparmiatori che è “Quando si abbasseranno i mutui?”. A spiegarlo è il bollettino mensile dell’Abi, che parla di un incremento dello 0,52%, rispetto al 3,01% di dicembre. Il tasso sugli acquisti immobiliari il mese scorso aveva sfondato la soglia del 3 per cento. Il tema è preoccupa il settore bancario e sarà uno dei punti che verranno analizzati nell’incontro di oggi del comitato esecutivo con il ministro degli affari europei Raffaele Fitto, anche perché dietro all’impennata dei mutui ci sono i rialzi dei tassi della Bce. L’altro tema sul sono i cambiamenti nel Pnrr, che alle banche interessano perché sono loro a finanziare e dare supporto alle imprese nella realizzazione del piano.
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Sono in calo anche i depositi
Secondo Abi si riducono invece i depositi che, avevano continuato a crescere per due anni da inizio 2020. L’inversione di tendenza è cominciata da ottobre 2022 con un lieve calo dello -0,1% su base annua, che invece si è consolidata a gennaio. I depositi sono scesi, a gennaio, di 18,7 miliardi di euro rispetto a un anno prima. «La riduzione dei depositi è imputabile prevalentemente alle imprese che avevano registrato tra dicembre 2019 e luglio 2022 un incremento dei depositi di oltre 130 miliardi di euro», spiega il bollettino.
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Le famiglie nella stretta del costo della vita
A gennaio i rincari hanno toccato anche le imprese, ma meno. Dal 3,55% si è passati al 3,7 per cento. L‘aumento medio dei tassi di interesse è stato dal 3,2 al 3,51%. I prestiti a imprese e famiglie sono aumentati dell’1,3% rispetto a un anno fa. I prestiti alle imprese sono rimasti fermi su base annua, mentre quelli per le famiglie sono aumentati del 3,3 per cento. Se il costo del credito è in aumento, il livello di deterioramento dei prestiti già concessi rimane sotto controllo. Secondo il bollettino, le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a dicembre 2022 sono state pari 14,2 miliardi di euro, in calo di circa 2 miliardi rispetto al mese precedente (i2,4%) e inferiori di circa i miliardo rispetto a dicembre 2021. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari allo 0,81% a dicembre 2022 rispetto allo 0,87% di dicembre 2021(4,89% a novembre 2015). Sono invece in aumento gli investimenti in titoli custoditi presso le banche (sia in gestione sia detenuti direttamente della clientela) con un incremento di circa 132 miliardi tra dicembre 2021 e dicembre 2022, di cui 64,5 miliardi riconducibili alle famiglie,14,5 alle imprese e il restante agli altri settori (imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione.