“Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia decise con embargo nell’agosto 2014 in risposta alle sanzioni europee per l’annessione della Crimea, si aggiunge – sottolinea la Coldiretti – la beffa della diffusione nei supermercati di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy perché realizzati in Russia come mozzarella, robiola ma anche mortadella o importati da Paesi alleati come la Bielorussia dove vengono imitate scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta”.
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Una little Italy nello Sverdlovsk, la regione della contraffazione alimentare
I russi hanno trovato un nuovo business, che è quello della creazione di prodotti alimentari italiani e una regione in particolare si è specializzata. “In molti territori, dagli Urali alla regione di Sverdlovsk – continua Coldiretti – sono sorte fabbriche specializzate nella lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta di formaggi duri e molli così come di salumi che un tempo era soddisfatta dalle aziende agroalimentari italiane. Un fenomeno che ha colpito anche i ristoranti italiani che, dopo una rapida esplosione nel Paese di Putin, hanno sostituito i prodotti alimentari Made in Italy originali con quelli taroccati di bassa qualità”.
Quali sono i prodotti più riprodotti
Coldiretti ha stilato anche una classifica delle eccellenze italiane più “taroccate” e in testa ci sono i formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tuti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano.
“Ma tra gli “orrori a tavola” non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco – spiega Coldiretti – che non è solo la Dop al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. Ne sono un esempio il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur”.