price cap gas
Il price cap sul gas è ancora lontano

La fumata bianca nel Consiglio dell’Energia dell’Unione Europea non c’è stata: per ora il price cap, la misura che pone un tetto al prezzo del gas, non si fa. Se da una parte la commissaria europea all’energia  Kadri Simson si dichiara possibilista dall’altro, alla fine della riunione spiega  quali siano i paletti che questa misura incontrerà. “Il price cap generalizzato – ha detto – è un’opzione legittima, ma richiede un intervento radicale nel mercato che comporta diverse condizioni non negoziabili che dovranno essere attuate prima che entri in funzione. Abbiamo concordato con gli stati membri che forniranno altri suggerimenti e dal lato della Commissione abbiamo espresso la nostra disponibilità a un price cap del gas usato per l’elettricità e questo avrà un impatto sui prezzi dell’elettricità”.

Price cap, per tanti ma non per tutti

Da un lato diversi ministri hanno sostenuto la proposta di un price cap generalizzato al gas, che copra tutte le transazioni, sia l’import che il mercato domestico, ma dall’altro si sono registrate delle incertezze. Se venisse applicato infatti potrebbe avere un effetto sui prezzi ma anche significare la sospensione del mercato del gas dell’Ue e creare rischi alla sicurezza di approvvigionamento. “Per procedere in un modo responsabile, un numero di pre-condizioni non saranno negoziabili. Prima fra tutte, un impegno vincolante degli Stati membri a risparmiare gas oltre il 15% deciso dall’attuale piano di riduzione” ha spiegato inoltre Kadri Simson, al termine del Consiglio Energia.

LEGGI ANCHE: Nord Stream 1: c’è l’ombra del sabotaggio sui guasti al gasdotto

La contrarietà della Germania rischia di bloccare tutto 

Il paese che più di tutti ha espresso la propria contrarietà è la Germania, che ha stanziato 200 miliardi di euro per un piano di aiuti. A questo proposito è intervenuta anche la Commissione che ha scritto: “In generale, spetta agli Stati membri valutare se una misura specifica comporta aiuti di Stato e, nel caso in cui sia così, la misura deve essere notificata alla Commissione europea per la valutazione, a meno che non sia coperta da esenzioni per categoria.  Paesi membri devono valutare se una forma particolare di sostegno si costituisce come aiuto di Stato e nel caso notificarlo alla Commissione. La Commissione – viene aggiunto – è ben consapevole delle difficoltà causate dall’attuale crisi energetica ed è pronta a valutare urgentemente la compatibilità delle misure di emergenza in questo contesto”.