Un fondo d’investimento di 4 miliardi di dollari destinato a scale up italiane o statunitensi focalizzate su aerospaziale, energia, fintech, microbiotech verrà proposto e discusso il prossimo 28 ottobre presso l’Ambasciata italiana a Washinton DC su iniziativa del Translatlantic Investment Committe (TIC), l’organismo nato da Federmanager insieme a Associazione Amerigo, American Chamber of Commerce in Italy e Centro Studi Americani.
È questa la principale novità, annunciata da Andrea Gumina, presidente dell’associazione Amerigo e Co-founder del TIC, all’evento “Da Globalizzazione a neo-Regionalizzazione: Opportunità (e necessità) per le Aziende e i Dirigenti italiani negli USA”, organizzato da Federmanager Academy, in collaborazione con ALDAI-Federmanager.
“Oggi sono molteplici i fronti di crisi: rincari energetici, guerra in Ucraina, una pandemia non ancora debellata, i cambiamenti climatici – ha osservato Manuela Biti, presidente di ALDAI-Federmanager che ha ospitato l’incontro a Milano. – In questa situazione occorre ancora di più fare sistema, soprattutto su innovazione e internazionalizzazione. Sono due asset su cui puntare senza riserve e l’interscambio con il mercato nordamericano da questo punto di vista è per le aziende italiane fondamentale”.
Nato un anno fa, il Tic pensa di diventare una Fondazione
Il Translatlantic Investment Committe, costituito un anno fa, è una piattaforma per raccordare le migliori competenze manageriali con l’obiettivo di favorire un proficuo dialogo transatlantico sui temi al centro dell’agenda mondiale: competitività industriale, transizione ecologica, innovazione e politiche di crescita che rispondano alle attuali emergenze.
“E presto il TIC – ha annunciato Gumina –diventerà una Fondazione, perché sta maturando una nuova visione strategica: oggi Usa e Ue guardano all’innovazione e implementazione nei comparti industriali in termini non solo competitivi, ma di autonomia economico-produttiva, con l’obiettivo di rendersi indipendenti lungo tutta la filiera delle materie prime in particolare nei comparti primari”. Del resto il monito appena lanciato da Xi Jinping al XX Congresso del Partito comunista cinese sulla possibilità di ricorrere alla forza per l’integrazione di Taiwan nella Cina, con quello che implica per la fornitura di semiconduttori quasi monopolio dell’isola, rischia di aprire un nuovo fronte di estrema pericolosità. “I microprocessori sono il sistema nervoso dei sistemi industriali e non possiamo correre il rischio, come già accaduto con il Covid, di rimanere senza forniture. Va riprogrammata la supply chain guardando a Ovest”, ha sottolineato Federico Mioni, direttore di Federmanager Academy che ha moderato l’incontro.
Il friendshoring per affrontare il mondo che verrà
Bisogna quindi fare in fretta e la parola chiave è «friendshoring». “Oggi la globalizzazione è al tramonto e sta nascendo una nuova regionalizzazione, cioè una suddivisione in poli di mercato omogenei tra Paesi amici. Da qui il friendshoring, cioè la volontà anche politica di creare canali privilegiati di interscambio e cooperazione per aziende della stessa region, come tra Europa e Nord America”, spiega Charles Bernardini, per molti anni Consigliere delegato della Camera di commercio italo-americana a Chicago che rappresenta oltre 20 milioni di americani di origine italiana, e Presidente di quella di Chicago. E le opportunità anche per le aziende italiane sono molte e concrete. “Oggi, ancora più che in passato, c’è grande interesse da parte statunitense ad avere aziende italiane disposte a investire nel Paese. Non dimentichiamo che ogni stato ha una sua autonomia fiscale e questo facilita la concorrenza in favore di una minore tassazione e maggiori incentivi. E’ quindi il momento ideale per le aziende italiane che vogliono guardare oltre Atlantico. E anche per i manager italiani che sono molto apprezzati, purché siano dirigenti e parlino correntemente l’inglese”.