Lapo Elkann

Lapo Elkann, uno degli eredi della famiglia Agnelli, avrebbe raggiunto un accordo per ristrutturare il debito della sua azienda di moda Italia Independent Group SpA. Lo riferisce Bloomberg. Elkann, fratello del presidente di Stellantis John, avrebbe stipulato un’intesa con gli istituti di credito per fornire 13 milioni di euro (14 milioni di dollari) di nuovi finanziamenti.

Intanto John Elkann pensa alla vendita di alcuni giornali

Chi, invece ha altri pensieri è John Elkann, che oggi ha incontrato il coordinamento dei Cdr dei suoi giornali. Sul tavolo c’è l’ipotesi di vendita di alcuni giornali del gruppo Gedi. Le voci che da tempo girano hanno portato i dipendenti a proclamare lo stato di agitazione. In un comunicato sono gli stessi giornalisti del gruppo a spiegare come ci sia in corso una trattativa tra Gedi e alcune cordate di industriali per la cessione delle storiche testate del Nordest: il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo. A cui si aggiungerebbe la Gazzetta di Mantova. “Indiscrezioni non smentite dai vertici di Gedi, nonostante una specifica richiesta in tal senso da parte dei comitati di redazione” scrivono i giornalisti.

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“Il Gruppo Gedi – si legge – controllato da Exor della famiglia Elkann – torna sul mercato con una mera logica di “compra-vendita” finalizzata innanzitutto a svuotare le redazioni e a tagliare i costi, dimostrando uno sconsiderato disimpegno dal settore editoriale a favore dell’infotainment, verso il quale sono invece stati indirizzati molti investimenti, con l’acquisto di siti e start-up. Questo, quando non più tardi di un mese fa lo stesso Scanavino aveva garantito che “il perimetro delle testate era definito” e non sarebbe stato toccato”. accurata. È il sistema di distribuzione ad essere entrato in crisi: nostro compito di giornalisti è garantire notizie verificate, approfondite, che permettano a chi le legge di avere strumenti di conoscenza e valutazione su ciò che accade; compito dell’editore è trovare gli strumenti per distribuire e valorizzare l’informazione. In Gedi manca, invece, il piano industriale che il Coordinamento dei comitati di redazione chiede da tempo.

In un momento di crisi del settore, l’azienda non solo non ha fatto alcun investimento sui suoi giornali, ma anche la sbandierata volontà di puntare sull’informazione digitale si scontra con una totale assenza di programmazione e strategia: importanti investimenti fatti in un recente passato in questo settore sono stati “sconfessati” da cessioni di centri di produzione ritenuti strategici, come quella di parte di Gedi Digital al gruppo Accenture, a dicembre.

Il Coordinamento dei cdr del Gruppo ha chiesto, subito, un confronto che la proprietà ha fissato per il 15 febbraio.