Gli occhi dei mercati ancora puntati sull’inflazione e sulle prossime mosse di politica monetaria, nella speranza che la corsa dei prezzi arrivi al picco e convinca i banchieri centrali ad allentare la stretta dei rialzi dei tassi. Le piazze finanziarie europee hanno chiuso positivamente, nonostante la preoccupazione per i rialzi.
La giornata si è aperta con l’indice tedesco dei prezzi al consumo di gennaio, che è salito dell’1% nel mese. Un rialzo superiore al previsto, anche se soltanto dell’8,7% annuo, cioè al di sotto dell’8,9% previsto. Il dato armonizzato per permettere il confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea è sceso al 9,2% su base annua dal 9,6% di dicembre, anche in questo caso meglio delle previsioni di mercato del 10%. “Se le pressioni inflazionistiche non diminuiscono materialmente, il mantenimento dell’attuale ritmo di aumenti fino a maggio potrebbe rimanere giustificato – ha affermato ieri il membro del Consiglio direttivo della Bce, Klaas Knot. Il tutto mentre prosegue la stagione degli utili trimestrali.
Credit Suisse: il crollo degli dei e del titolo in borsa
Dopo un anno nero sono stati resi noti i conti 2022 di Credit Suisse che ha chiuso a -14,7%. Per l’istituto di credito elvetico si tratta della più grande crisi a partire dal 2008 con una previsione di andare ancora più in passivo nel 2023. Pesano gli scandali finanziari degli ultimi anni e il drastico piano di ristrutturazione, presentato a ottobre. Il rosso netto è di 7,3 miliardi di franchi svizzeri, pari a 7,9 miliardi di dollari.
Negli States, intanto, il presidente della Fed Jerome Powell ha mantenuto il tono da ‘colomba’, anche se un certo numero di colleghi, tra cui il governatore della Fed Christopher Waller, ha voluto sottolineare che la banca centrale deve ancora finire con il suo ciclo di rialzi, che dovranno “andare avanti” per combattere l’inflazione. Sul fronte macro i sussidi settimanali di disoccupazione negli Usa sono saliti oltre le attese. Il numero di americani che ha presentato domanda di indennità di disoccupazione è salito a 196mila unità nella settimana terminata il 4 febbraio.
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Chiude bene la Borsa di Milano
PiazzaAffari ha chiuso la seduta in testa alle Borse europee, con l’indice Ftse Mib che ha terminato le contrattazioni in rialzo dell’1,26%, segnando nuovi massimi da gennaio 2022. A spingere il listino sono state le banche, con la volata di Mps (12,2%) e il rally di Unicredit (4,13%), seguiti dalle solide performance di Mediobanca (1,5%), premiata da una trimestrale migliore delle attese, e di Intesa (1,4%). Anche il comparto delle auto ha registrato una seduta positiva, con Stellantis (3,7%), Iveco (2,7%) e Cnh (1,3%) che si sono mosse bene. Altre performance positive sono state quelle di Stm (2,1%), Buzzi (2%), Leonardo (1,3%) ed Eni (1,3%). In rosso invece Diasorin (-2,3%), Saipem (-1,7%) e Tim (-1,6%), in attesa di sviluppi sulla rete. Fiacca Banca Generali (-0,1%), che sconta il taglio del giudizio di Kbw nonostante conti leggermente migliori delle attese.