decreto carburanti

Arriva sul cellulare l’applicazione per il controllo della benzina: a proporlo è il governo con un emendamento al decreto carburanti depositato oggi in commissione commercio. L’emendamento modifica anche in parte la disciplina contenuta nel decreto trasparenza (già ribattezzato carburanti) sui prezzi della benzina. Un emendamento che ha già provocato la reazione delle sigle sindacali dei benzinai, che avevano proprio a causa del decreto stesso indetto uno sciopero il 25 e il 26 gennaio. Tra le novità proposte dall’esecutivo c’è anche la multa ai gestori di pompe di benzina, che oscilla tra i 200 e i 2mila euro, in base al fatturato della pompa stessa, nel caso in cui non vengano comunicati ed esposti i prezzi medi e applicati. Addirittura potrebbe essere sospesa l’attività anche per un mese qualora la mancanza sia reiterata anche quattro volte non consecutive nel giro di 60 giorni. La comunicazione dovrà essere effettuata dagli esercenti a cadenza settimanale anche quando non ci sono variazioni al prezzo della benzina.

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Il no dei benzinai al decreto carburanti

L’ulteriore stretta del governo non piace ai benzinai che oggi hanno già comunicato ufficiale il proprio disaccordo. Il Governo dimostra di avere un unico obiettivo: mostrare i muscoli alla prima categoria che ha osato dirgli no – dice il presidente di Fegica, Roberto Di Vincenzo – Il livello dei prezzi dei carburanti, il livello di illegalità (che drena miliardi di euro alle casse dello Stato e ferisce a morte ogni capacità di concorrenza e competizione nel settore), fare riemergere e punire oltre 4.000 impianti scomparsi letteralmente dal radar di MrPrezzi sono argomenti che  non interessano minimamente questo Governo. Quello che conta è dare dimostrazione alla propria “tifoseria” che “si tira dritto”, anche a costo di dovere gettare nella spazzatura persino le sottolineature dell’Antitrust che censura non solo il “cartello del prezzo medio”, ma direttamente la pubblicazione in ogni forma di “media aritmetica di prezzo”, come elemento capace di favorire il rialzo dei prezzi e non il contrario. L’emendamento appena depositato nella X Commissione dal Governo, oltreché essere persino più confuso e peggiorativo del Decreto stesso, rappresenta l’ennesima ostentazione della ratio con la quale si sta procedendo in Parlamento e, quel che è peggio, sulle strade di questo Paese.