Ddl Autonomia Differenziata
ROBERTO CALDEROLI MINISTRO PER LE AUTONOMIE

Un applauso ha accolto l’approvazione del Ddl autonomia in consiglio dei ministri. Il progetto di legge di Roberto Calderoli è diventato effettivo. Il testo approvato recepisce i contenuti del documento approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni, ma sono state introdotte anche riflessioni nate dal primo confronto in Parlamento e con gli altri interlocutori.

A cosa serve la cabina di regia

Il primo passo effettuato dall’esecutivo è stato quello di costituire una cabina di regia con la legge di bilancio, che avrà il compito di definire i livelli essenziali delle prestazioni e i relativi costi e fabbisogni standard.

Come procede ora l’iter

Il passaggio successivo è quello che prevede le intese con le singole Regioni che abbiano richiesto l’attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia. Anche le intese passeranno dall’approvazione delle Camere. “In sostanza – spiega Roberto Calderoli – viene garantito un iter chiaro e trasparente che coinvolge il Parlamento e le Regioni interessate, nel solco tracciato dalla Costituzione e nel rispetto dei principi di sussidiarietà e solidarietà in un quadro di coesione nazionale. I treni per rinnovare il nostro Paese in una moderna ottica federale sono ufficialmente pronti a partire”.

Come può una Regione chiedere l’autonomia

La richiesta deve essere deliberata dalla regione interessata e trasmessa al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, che acquisita la valutazione dei Ministri competenti per materia e del Ministro dell’economia e delle finanze. Nei successivi trenta giorni, avvia il negoziato con la Regione interessata. Lo schema d’intesa preliminare tra Stato e regione, corredato di una relazione tecnica, è approvato dal Consiglio dei ministri e trasmesso alla Conferenza unificata per un parere da rendere entro trenta giorni. Trascorso tale termine viene comunque trasmesso alle Camere per l’esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo, secondo i rispettivi regolamenti, entro sessanta giorni. Il Presidente del Consiglio o il Ministro predispongono lo schema di intesa definitivo, ove necessario al termine di un ulteriore negoziato. Lo schema è trasmesso alla regione interessata per l’approvazione. Entro trenta giorni dalla comunicazione dell’approvazione da parte della Regione, lo schema d’intesa definitivo, corredato di una relazione tecnica, è deliberato dal Consiglio dei ministri insieme a un disegno di legge di approvazione da presentare alle Camere. L’intesa è immediatamente sottoscritta dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Presidente della Giunta regionale. Nelle intese sarà specificata anche la durata delle stesse, che comunque non potrà superare i dieci anni. L’intesa può essere modificata su iniziativa dello Stato o della regione e può prevedere i casi e le modalità con cui lo Stato o la regione possono chiederne la cessazione, da deliberare con legge a maggioranza assoluta delle Camere. Alla scadenza del termine, l’intesa si intende rinnovata per un uguale periodo, salvo diversa volontà dello Stato o della regione, manifestata almeno un anno prima della scadenza.

In quali materie si può chiedere l’autonomia

Le materie sulle quali potranno essere raggiunte le intese tra lo Stato e le regioni a statuto ordinario per l’attribuzione, alle regioni stesse, di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sono elencate all’articolo 117 della Costituzione. Si tratta prevalentemente delle materie relative alla legislazione concorrente.

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Quali sono state le reazioni della politica

Se da un lato c’è chi, soprattutto i leghisti della prima ora come Zaia e Centinaio, hanno accolto con soddisfazione questa legge, Zaia ha parlato di “giornata storica” e Centinaio dell'”inizio dell’Italia che voleva la Lega” da parte di diversi esponenti del Pd è già arrivato l’annuncio della battaglia parlamentare, mentre Calenda in un tweet ha parlato di regalo elettorale. Dalle opposizioni sono in molti a chiedere di riferire in Parlamento. Nelle prossime settimane il nuovo ddl sull’autonomia differenziata presumibilmente terrà banco nel dibattito politico a vari livelli, non solo parlamentare, ma anche tra i presidenti delle Regioni, che sono i più toccati da questa nuova legge.