Dopo la chiusura negativa di giovedì pomeriggio le borse aprono l’ultima seduta settimanale con una seduta positiva. A Milano, Piazza Affari inizia le contrattazioni in rialzo (+1,17%) con il Ftse Mib a 20.591 punti. Anche Londra apre in positivo (+0,19%). Parigi segna +0,70%. Bene Francoforte che apre gli scambi a +0,95%. Sulla piazza asiatica Tokyo chiude in rosso (-1,83%) con il Nikkei 225 a 25.937 punti.
Dall’Asia arrivano brutte notizie
Chi invece ha concluso una giornata negativa sono i mercati asiatici. La borsa di Tokyo amplia le perdite. L’indice Nikkei cede ora l’1,7%, fino a 25.979,75 punti. Negative anche Hong Kong (-0,2%) e Shanghai (-0,4%). Intanto la banca centrale cinese ha fatto l’operazione più grande da gennaio 2020 con la più grande iniezione di liquidità settimanale su base netta in oltre 32 mesi con strumenti obbligazionari a breve termine contro l’aumento della domanda di liquidità di fine trimestre, a conferma delle tensioni sui mercati. Oggi, l’istituto ha immesso 186 miliardi di yuan (26,13 miliardi di dollari) con operazioni di mercato, di cui 128 miliardi in pronti contro termine di sette giorni e altri 58 miliardi di yuan con durata di 14 giorni. La mossa ha generato un’iniezione netta di 868 miliardi di yuan (122 miliardi di dollari) nella settimana. Molto attesi nella giornata di ieri erano i dati sul manifatturiero cinese, che ha registrato in questi mesi una forte ripresa. L’indice Pmi manifatturiero ha segnato in Cina a settembre un inatteso rialzo a 50,1, da 49,4 di agosto e contro le attese degli analisti di 49,6, entrando in fase espansiva per la prima volta in tre mesi grazie al miglioramento della catena degli approvvigionamenti e dell’allentamento dei lockdown della ‘tolleranza zero’ al Covid.
Torna a crescere la produzione in Cina
Alla ripresa dell’attività produttiva, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, si è contrapposta una frenata dell’indice Pmi non manifatturiero che, sempre a settembre, ha accusato una flessione a 50,6, contro 52,6 di agosto, testando i minimi degli ultimi 4 mesi. Il Pmi Composite, che combina i dati manifatturiero e non manifatturiero, è calato ai minimi degli ultimi 4 mesi a 50,9 (da 51,7). Di diverso tenore l’indice Pmi manifatturiero generale sponsorizzato dalla rivista Caixin: a settembre è sceso a 48,1, da 49,5 di agosto, fino trovare i minimi da maggio. A segnalare una situazione complessa c’è il sottoindice sulla fiducia, attestatosi ai minimi da novembre 2019, scontando soprattutto i timori sui nuovi focolai di Covid-19. Il primo effetto di questa crescita è l’apertura in rialzo delle borse cinesi con l’indice Composite di Shanghai, che sale nelle prime battute dello 0,33%, a 3.051,30 punti, mentre quello di Shenzhen segna un progresso dello 0,15%, a quota 1.940,04.
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In crisi anche la borsa americana
Prosegue al ribasso la borsa di Wall Street dopo che i dati macro diffusi prima dell’Opening Bell hanno evidenziato un PIL del secondo trimestre in frenata e richieste iniziali di sussidi di disoccupazione calate ai minimi di aprile. Dati che hanno rafforzato la convinzione tra gli operatori che l’economia americana non è in caduta libera, nonostante la recessione tecnica per via di due trimestri consecutivi in calo. Tra gli indici statunitensi, forte calo del Dow Jones (-1,52%), che ha toccato 29.232 punti; sulla stessa linea, profondo rosso per l’S&P 500, che retrocede a 3.642 punti, in netto calo del 2,07%. In forte calo il Nasdaq 100 (-2,95%); sulla stessa linea.