Per Bankitalia (in foto) il Superbonus peserà sui bilanci futuri

A dicembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 3,36% dal 3,55% in novembre. Lo comunica la Banca d’Italia nel suo rapporto ‘Banche e moneta’. Nel mese di novembre si erano attestate al 9,25% e al 3,55 per i finanziamenti alla imprese. Nel mese di dicembre invece i tassi di interesse sulle nuove erogazioni di credito al consumo si sono attestati al 9,22% scendendo di 2 punti percentuali.

Crescono i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese

Nell’ultimo mese del 2022 sono cresciuti anche i tassi di interesse suoi nuovi prestiti alle imprese che sono passati dal 3,01 di novembre al 3,55%. In modo particolare hanno pesato quelli con importi inferiori al milione di euro, che sono pari al 3,91%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 3,33%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,45% (0,42 nel mese precedente). Sono calati invece i depositi e la raccolta obbligazionaria. In dicembre i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (Sebc), sono cresciuti del 2,1% sui dodici mesi (3,4% nel mese precedente). Lo comunica la Banca d’Italia nel suo rapporto ‘Banche e moneta: serie nazionale’.

LEGGI ANCHE: Mutui, nel 2022 calano le richieste, ma cresce il valore medio

Il boom dei prestiti alle famiglie

Se i rialzi dei tassi hanno penalizzato sopratutto il settore immobiliare, i prestiti alle famiglie invece hanno registrato una crescita notevole. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie sono aumentati del 3,3% sui dodici mesi (3,7% nel mese precedente) mentre il tasso di variazione di quelli alle società non finanziarie è risultato nullo (contro il 2,7% nel mese precedente). I depositi del settore privato sono diminuiti dello 0,7% sui dodici mesi (-0,3% in novembre), mentre la raccolta obbligazionaria è diminuita dell’1,5% sullo stesso periodo dell’anno precedente (-2,9% in novembre).