Gianni Marigliano ha gli occhi chiari, con una luce dentro da cui sprizza vivida tutta la sua intelligenza e che lo fa persino più giovane dei suoi 75 anni. Eppure, le primavere ci sono tutte, gli incurvano la schiena e gli danno anche qualche noia di salute. Ma quando parla della sua azienda, di tutto ciò che ha costruito praticamente da solo, dei figli e dei nipoti che oggi lo affiancano nell’impresa di famiglia, il viso si illumina, il tono si fa teatrale, le braccia si agitano a dare forza al racconto e lui sembra tornare indietro verso quei remoti anni del Dopoguerra che lo hanno visto bambino vendere le sigarette nei vicoli di Napoli per racimolare qualche lira.
«Ho iniziato a fare l’imprenditore a 7 anni, così, con lo smercio delle “bionde”» dice serio, con l’accento partenopeo stretto e il timbro veloce, oracolante, di chi è cresciuto per strada e di tempo da passare sui libri non ne ha mai avuto. Gianni Marigliano però, di rimpianti non ne ha tanti.
Marigliano family business italiana
Alla convention romana di Elettrolazio spa, società fiore all’occhiello del suo Gruppo Megawatt – un piccolo impero del settore materiale elettrico e termoidraulico da 13 brand e 1,3 miliardi di fatturato con 140 milioni di patrimonio netto e senza un solo centesimo di capitale esterno – ha fatto salire orgoglioso sul palco i 4 nipoti ventenni (terza generazione della famiglia), baciandoseli uno per uno e urlando alla platea di fornitori, grossisti e retailer che riempiva l’auditorium del Massimo all’Eur più di un concerto o di un congresso di partito: «Continuate a dare fiducia alla famiglia Marigliano, non ve ne pentirete».
Conduzione familiare, gestione verticistica per linea dinastica, occhio attento ai conti e alle esposizioni finanziarie, low-profile: il gruppo Megawatt, che dal 1980 macina utili e acquisizioni graduali sia nel campo della distribuzione che della produzione, rispetta un po’ tutti i canoni del classico family business italiano di provincia. Ma con un quid non trascurabile: i Marigliano non nascono a Biella o a Treviso, la loro è una storia aziendale che sboccia e che fiorisce al Sud.
Il primo insediamento fuori dalla Campania è stato proprio con Elettrolazio nel 2000. «Volevamo presentarci ai fornitori sul territorio non come concorrenti ma come partner coi quali lavorare insieme per sviluppare il mercato» spiega Domenico Marigliano, il maggiore dei due figli di Gianni, «per crescere abbiamo saputo cambiare ed essere sempre protagonisti nel cambiamento».
Elettrolazio Spa, fiore all’occhiello del Gruppo Megawatt
“Territorio” e “cambiamento” sono le due parole che risuonano più spesso nel mondo-Elettrolazio. Oggi ogni punto vendita – a differenza dei competitor – ha una sua identità territoriale specifica, sul piano tecnico-commerciale e logistico e cambiare per adeguarsi alle evoluzioni del mercato impiantistico è sempre stata la stella polare del suo management.
La storia di Elettrolazio è un po’ il paradigma delle progressioni di mercato che oggi consentono al gruppo Megawatt di poter vantare 122 punti vendita e oltre 2500 dipendenti in tutta Italia. Dalla sede romana di via Carlo Buttarelli, sulla Prenestina, aperta poco dopo la nascita della società, è partita una scalata irresistibile in tutta la regione.
Tanto che nel 2014, con l’acquisizione di uomini e mezzi e l’aumento della capacità tecnica e commerciale, tutte le strutture sono state interamente incorporata nell’attuale organizzazione Elettrolazio S.p.A. che oggi – con 9 punti vendita dislocati tra Roma Prenestina, Magliana, Salaria, Ciampino, Frosinone, Latina, Anzio, Pomezia e Viterbo, oltre 270 dipendenti, 10 divisioni specialistiche (canale progettisti; illuminotecnica; media tensione e bassa tensione; impianti speciali; Ict & networking; soluzioni per la climatizzazione; safety & tools; automazione industriale; efficientamento energetico; energie rinnovabili) e più di 350 marchi trattati – viene unanimemente riconosciuta come una delle realtà più competitive del mercato elettrico e termoidraulico laziale con grandi ambizioni di espansione.
Per il 2022, la proiezione di fatturato, ammonta infatti a circa 135 milioni di euro e l’obiettivo di medio periodo è portare (dalle attuali 26) a 60 le figure professionali inquadrate nella squadra specialisti.
Impiantistica e materiale elettrico, serve allargare la filiera
La vera grande sfida all’orizzonte però, adesso, è “allargare la filiera”, per renderla più compatta, meno frammentata e in grado di far fronte così ai “cigni neri” e alle oscillazioni dei prezzi e di mercato che in questi anni stanno condizionando pesantemente tutti i comparti produttivi e le loro catene di approvvigionamento.
È questo, infatti, l’appello lanciato a oltre 400 aziende partner e clienti, in occasione dell’ultima convention aziendale che aveva come tema “Elettrolazio tra presente e futuro”. «Il classico schema prodotto-agenzia-grossisti-cliente ha mostrato tutti i suoi limiti – ha spiegato il direttore generale Alessandro Nicotera – è tempo di allargare la filiera a tutti gli attori che fanno parte del comparto distribuzione di impianti di materiale elettrico e termoidraulico».
«Oggi – ha aggiunto – per pianificare interventi e cantieri e ottimizzare i costi, serve un dialogo allargato a tutti i componenti della filiera, compresa la parte immobiliare, quella dei committenti. Elettrolazio, sul mercato ha numeri da leader ed è ai leader che spetta innescare il cambiamento e portare cultura dell’innovazione nel proprio mondo».
Insieme per costruire la casa del futuro
E gli altri “pezzi” del comparto hanno risposto presente. Francesca Bruschi, sales key account manager di Metel, azienda facilitatrice della filiera ha parlato ad esempio di “integrazione digitale”: «Oggi ci sono orizzonti molto interessanti per la collaborazione fra settore elettrico e idrotermosanitario, che per tanti anni sono stati separati. Siamo pronti a raccogliere le nuove sfide e i nuovi progetti supportando la filiera».
E Massimiliano Scottà Direttore investimenti e asset management di Maston, partner di grandi investitori internazionali per lo sviluppo immobiliare in Italia, illustrando quella che sarà «la casa del futuro ovvero la casa tecnologica» ha puntualizzato come la parte impiantistica, elettrica e meccanica sta diventando sempre più preponderante. «Il mercato – ha aggiunto – chiede un prodotto tecnologico e confortevole nel quale impianti, scelta dei materiali, misure antincendio assumono un ruolo fondamentale. Per cui al tavolo della realizzazione dobbiamo sederci tutti assieme, dal designer alla parte produttiva».
Nei progetti futuri di Elettrolazio non manca l’attenzione alla formazione dei giovani. «Stiamo portando avanti anche l’interazione col mondo della scuola e con quello accademico – racconta il direttore marketing Stefano Buccali – il mancato allineamento tra domanda e offerta di lavoro in Italia impatta profondamente sull’intero sistema-Paese provocando effetti negativi su produttività, reddito dei lavoratori e Pil. Noi stiamo puntando ad avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro per fornire agli studenti le competenze necessarie ad inserirsi nel mercato del lavoro, alternando ore di studio a ore di formazione in azienda».
Gianni Marigliano, insomma, ha davvero di che essere orgoglioso per ciò che ha costruito 40 anni fa e che oggi cammina benissimo, con le sue gambe, verso il futuro.