Dalla ricerca, che ha analizzato i dati del 2021 e ha coinvolto 530 mila utenti e 3 mila imprese, emerge forte il ruolo sociale delle soluzioni di welfare come supporto all’empowerment femminile all’interno delle aziende, grazie a strumenti che favoriscono la conciliazione dei tempi vita-lavoro. A conferma di ciò il fatto che, fino ai 60 anni, le donne risultano beneficiarie di erogazioni in media superiori alla controparte maschile.
Le aziende tengono a Valorizzare la figura professionale della donna e favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro si rispecchia nei servizi offerti: dai servizi legati al people care, alla genitorialità, al servizio di baby-sitting, di assistenza agli anziani o a familiari non autosufficienti. Ma non solo, anche tutti i servizi legati all’istruzione e alla salute che testimoniano il forte valore sociale del welfare.
Il mondo femminile tende anche a fare un maggior ricorso all’istituto di convertibilità in welfare dei Premi di Risultato rispetto alla controparte maschile.
Welfare aziendale per attrarre i talenti
Il welfare aziendale diventa inoltre un utile strumento in grado di attrarre i giovani talenti, sempre più attenti alle politiche aziendali smart che propongono oltre alla retribuzione anche benefit di vario tipo, con la prospettiva di in un contesto lavorativo fondato sul concetto di benessere. Per oltre il 50% del campione l’offerta di benefit influisce sulla scelta dell’azienda.
Cresce il trend della sostenibilità, seppure ancora in fase iniziale: il 12,5% delle aziende intervistate ha attivato misure di mobilità sostenibile e il 37,5% sta pensando di farlo. La tendenza è comunque quella di implementare piani di welfare che incentivano comportamenti virtuosi dal punto di vista sociale e ambientale.
Si consolida la performance dei fringe benefit che nel 2021 rappresentano la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare soprattutto in buoni spesa e buoni carburante.
Ulteriore conferma sul ruolo del welfare viene dal cosiddetto credito welfare procapite, ossia le disponibilità di spesa in welfare da parte dei dipendenti che anche nel 2021 è pari a circa 850 euro
Si conferma, anche se in leggero calo rispetto all’anno precedente, il peso del welfare sociale, la macrocategoria che aggrega istruzione, previdenza, assistenza sanitaria e assistenza ai familiari , che rappresenta il 47,8% della spesa totale.
«Una leva fondamentale di sostegno alle persone, alle aziende e al territorio»
«Così come accaduto nel 2020 anche nel 2021 l’ecosistema del welfare aziendale si è consolidato in molti suoi ambiti e ha confermato la sua solidità. Uno strumento riconosciuto nel suo valore di fondo e ampiamente utilizzato e con margini di crescita davanti a sé: al mutare delle esigenze delle persone, il welfare si evolve in modo “naturale”. Un’ evoluzione dinamica, che si adatta alle nuove sensibilità emergenti di una generazione consapevole e con maggiori aspettative – spiega Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia – Il welfare aziendale si conferma, anche in una fase di straordinaria difficoltà come quella dei due anni appena trascorsi, una leva fondamentale di sostegno alle persone, alle aziende e al territorio. Valore che si concretizza sia nella sua dimensione di sostegno al reddito che in quella più prettamente sociale come l’ambito della previdenza e sanità integrativa, la formazione e i servizi alla persona con un occhio alle nuove tendenze della sostenibilità e della mobilità green. Empowerment femminile, attenzione alle nuove politiche di lavoro e alle esigenze dei giovani sono per noi centrali. Sempre di più la funzione integrativa del welfare aziendale si fonde nel macro-sistema del welfare community».