L’aumento dei prezzi e le speculazioni sul settore immobiliare continuano a far salire il termometro dell’inflazione italiano, a +7,9% nel luglio 2022. La conferma è nei numeri, perché in queste ore giungono i risultati di un’indagine condotta dal Codacons. Ma non c’è un’Italia sola. La mappa degli aumenti rivela più scenari contrastanti, senza neanche troppe sorprese.
Qual è la città italiana più cara?
Naturalmente è Milano. Nel capoluogo lombardo si registra anche l’aumento degli affitti per i fuorisede: +11% il costo delle stanze singole. Tuttavia, ciascuna area metropolitana è conveniente per dei prodotti in particolare. Per esempio, a Roma conviene prendere un cappuccino. A Pescara è meno caro il petto di pollo. Vediamo le differenze su prodotti e servizi.
Quanto costa un carrello della spesa
Milano è la città più cara per tanti aspetti. Lo è anche per la spesa alimentare. Codacons ha raccolto un ipotetico paniere composto da ortofrutta, carne, pane e pesce. Nel capoluogo lombardo spenderemo in totale 116 euro, il 17,7% in più della media nazionale. Al secondo posto si trova Aosta, con uno scontrino medio di 110 euro. Sul podio Genova e Trieste (107 euro) al terzo posto. Seguono: Bologna (105 euro), Firenze (104,70 euro), Trento (104,68 euro), Torino (103,96 euro), Roma (101,92 euro), Perugia (101,05 euro), Venezia (98,95 euro), Cagliari (97 euro), Bari (88,85 euro) e Pescara (87,17 euro), Palermo (86,97 euro), Catanzaro (79,33 euro).
Dove conviene fare la spesa
I dati dell’associazione consumatori Codacons rivelano che la spesa alimentare è più conveniente a Napoli. Lo stesso paniere costa “appena” 75 euro. Quasi la metà di meno che a Milano!
Il Codacons ha analizzato gli ultimi forti incrementi dei listini al dettaglio certificati dall’Istat e come si può notare gli aumenti sono ovunque, ma il Sud risulta più conveniente del Nord in fatto di spesa alimentare.
Quanto costa il petto di pollo
Il pollo è un alimento base che non può mancare nel carrello della spesa. Sembra strano ma il prezzo di un semplicissimo petto di pollo cambia a seconda dell’area geografica. Il più economico è venduto a Pescara e costa in media 8,82 euro al kg.
Quanto costa il pesce
Generalmente costa meno al sud. Soprattutto il pesce fresco. Ma altrettanto generalmente il pesce sta diventando un bene di lusso e ormai raro nelle tavole degli italiani. I listini dei prodotti più consumati cambiano: le alici più “salate” le vendono Roma (9,71 euro al kg), il salmone più caro è a Milano (ben 30 euro al kg).
Dove conviene tagliare i capelli
Anche qui, il miglior barbiere di Siviglia è al sud, precisamente a Catanzaro. Un uomo spende in media poco più d 14 euro contro addirittura 26 a Trieste. Per le donne invece cambia anche all’interno dello stesso mezzogiorno: il taglio donna costa 11,8 euro a Napoli e ben 27,2 a Bari.
Quanto costa un cappuccino
Roma serve i cappuccini meno cari: 1,18 euro contro 1,68 a Trento.
Dove portare i panni in tintoria
A Torino costa meno lavare e stirare un abito in tintoria, con una media di 8,43 euro.
Quanto costa il dentista
A volte il mal di denti viene solo a leggere certi listini, peraltro spesso poco chiari e per nulla trasparenti, degli studi dentistici. Comunque, anche sul piano dei servizi, a Napoli far passare il dolore ai denti sarà meno doloroso per il portafogli.
Il Codacons ha preparato un paniere composito di servizi che spazia dal ginecologo al dentista, passando per tintorie, bar e parrucchieri. Insomma, un po’ tutto l’occorrente.
Ad Aosta spenderemmo di più, con una media di 458 euro per un paniere (+29,7% rispetto alla media nazionale). Al secondo posto c’è Trento, con una spesa di 435 euro. Seguono Milano (435 euro) e Trieste (421 euro).
E a Napoli? La città partenopea è la più economica. Lo stesso paniere, anche in questo caso, costerebbe quasi la metà: 241 euro. A seguire, Palermo (270 euro) e Pescara (279 euro).
Il mito del Sud meno caro del Nord
Al Sud il costo della vita è meno caro, ma proprio nel mezzogiorno si sono registrati i rincari più alti. Senza contare che anche gli stipendi sono meno alti, e non di poco. In economia non è un segnale positivo. Secondo il Codacons la differenza tra Nord e Sud tenderà ad assottigliarsi. Lo dicono gli ultimi dati Istat sull’inflazione: Catania, Palermo e Messina sono le province italiane dove si è registrato un maggiore rialzo annuo dei prezzi (rispettivamente +9,9%, +9,8% e +9%) contro una media nazionale del 7,9%.