Sono 22 milioni i lavoratori, oltre il 13% della forza lavoro, che negli Stati Uniti d’America hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione nel corso di sole quattro settimane. Le fabbriche, gli esercizi pubblici, il settore dei servizi, le linee aeree e tutto il mondo dell’entertaiment; tutti coinvolti, tutti fortemente esposti alla pandemia Covid 19.
Ma negli Usa, ed in particolar modo a New York, vi è un settore che da sempre rappresenta la cartina tornasole utile a comprendere il reale stato di salute dell’economia a stelle e strisce ed è il settore immobiliare. A poco più di un mese dall’inizio della pandemia, quali contraccolpi ha già subito il settore del real estate in America? E cosa aspettarci per il futuro?
Lo abbiamo chiesto a Sofia Falleroni, agente immobiliare di New York, che lavora presso la Compass, che è stata nominata il mese scorso l’azienda immobiliare indipendente numero 1 negli Stati Uniti. Alcune settimane fa, Compass ha cominciato ad offrire “Virtual Agent Services”, servizi virtuali tramite i quali gli agenti possono effettuare gli “Open Houses” virtuali, appuntamenti con clienti tramite video e videochiamate.
Sofia Falleroni, originaria delle Marche, vive e lavora a New York da 15 anni e si occupa di assistere clienti nella compravendita immobiliare da 12 anni. La sua specialità è quella di assistere investitori internazionali nell’acquisto di immobili a New York City.
Allora, dottoressa Falleroni: l’economia mondiale e nella fattispecie quella statunitense attraverserà una grande crisi, a vostro giudizio come risponderà il real estate?
Nonostante siamo coscienti del fatto che l’alto tasso di disoccupazione porterà a una recessione di breve- medio termine, tradizionalmente, dopo periodi di crisi, le persone tendono a focalizzarsi su beni materiali che sono tangibili, come l’oro e il settore immobiliare. Ne abbiamo avuto prova dopo l’11 Settembre e dopo la crisi finanziaria dei mutui del 2008. L’altro fattore positivo da notare è che, prima della pandemia (pre-covid-19), l’economia statunitense stava andando molto bene, con un tasso di disoccupazione storicamente basso e la borsa storicamente alta. Questi fattori ci fanno capire che l’economia era estremamente stabile prima del covid-19 e che è stata temporaneamente sconvolta da un fattore esogeno, una crisi sanitaria. Ma da notare che appunto, questa è una crisi sanitaria e non economica. Poichè l’economia andava a gonfie vele prima di questa crisi sanitaria, abbiamo motivo di pensare che questa sarà una crisi/recessione a breve termine e che quindi, anche se all’inizio, le persone potrebbero essere impaurite, nel medio-lungo termine, dopo lo shock iniziale, il pubblico ricomincierà a ri-focalizzarsi sul mattone e nell’immobiliare, poichè l’immobiliare ha sempre e continuerà sempre a rappresentare una sicurezza. Da notare che un immobile, a differenza della borsa, non scenderà mai del 30% in 3 giorni come e ‘ appena successo con la Borsa, durante lo shock del covid-19. È per questo che il mercato immobiliare/ il mattone sono spesso preferiti come investimenti da investitori conservatori.
Se dovesse fare un acquisto immobiliare, in quale parte degli Stati Uniti lo farebbe?
In tutta sincerità, farei un investimento a New York, per 2 motivi:
1) Perché è il mercato che conosco, poiché vivo e lavoro a New York da 15 anni, quindi la mia profonda conoscenza del mercato stesso mi porta a essere molto a mio agio in tale investimento.
2) Perché NYC, storicamente, è un mercato caratterizzato da stabilità. Il rendimento non è così alto come lo può essere in altre città, ma è caratterizzato da stabilità e , anche in periodi di crisi, generalmente, il mattone a NYC subisce declini relativamente bassi.
Questa crisi potrebbe ancor più divaricare la forbice sociale e cioè i ricchi più ricchi e la classe media sempre più spinta verso il basso, questo crede si possa riflettere anche sui prezzi delle case? Quelle naturalmente destinate ad un target affluent con prezzi in crescita e quelli di bassa metratura con prezzi notevolmente ridimenzionati, per illiquidità del mercato?
No, eventualmente, nel mercato immobiliare, si verificherà il contrario. Il settore immobiliare di lusso è attualmente caratterizzato da molta offerta e poca domanda, anche prima di covid-19. Quindi prevediamo che il settore di lusso e ultra lusso potrebbe subire un abbassamento di prezzi, sia dovuto alla crisi covid-19, ma anche dovuto a fattori precedenti, come l’eccesso di offerta sul mercato rispetto alla domanda. Al contrario, gli immobili di bassa metratura sono e saranno sempre richiesti poiché sono considerati beni di “prima necessità”. Del resto, da qualche parte un New Yorkese deve pur vivere e quindi può scegliere di acquistare piuttosto che affittare. Preciso che per settore lusso e ultra lusso, noi ci riferiamo a immobili al di sopra dei 5 milioni (lusso) e al di sopra dei 10 (ultra -lusso).
In che modo la pandemia corona virus ha cambiato e cambierà il concetto di casa?
Il concetto di casa è sempre stato importante per noi Italiani. Per il New Yorkese medio, un po’ di meno poiché il New Yorkese è molto abituato a vivere New York e a vivere “outside” o fuori. Credo fermamente che questa pandemia corona virus abbia cambiato il concetto di casa e lo continuerà a cambiare nel senso che i New Yorkesi si renderanno conto di quanto importante sia la casa, visto che ora la casa è il luogo dove dormiamo, mangiamo, studiamo, lavoriamo, facciamo ginnastica, ci stressiamo, ci rilassiamo. Le case sono diventati bars, ristoranti, palestre, aule scolastiche, uffici e hanno ora rivestito tutte queste cariche improvvisamente. La casa è anche il luogo tramite il quale siamo al sicuro e tramite il quale mettiamo al sicuro i nostri cari e gli altri. Quindi sono sicura che questa pandemia abbia modificato il concetto di casa in maniera duratura ed è per questo che sono anche convinta che, dopo un periodo di shock iniziale, il pubblico tornerà a focalizzarsi sulla casa e sul mattone, come bene primario e essenziale.