Le opportunità offerte dal Fondo del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR), recentemente oggetto di importanti confronti all’interno della maggioranza di governo, rappresentano una risorsa fondamentale per consentire alle PMI italiane di restare competitive. 

L’ammontare delle risorse e finanziamenti messi a disposizione raggiungono la soglia dei 41 miliardi di euro, considerando tutte le missioni del piano. 

Tuttavia, ad oggi, secondo gli ultimi dati disponibili circa il 70% delle imprese italiane non risulta essersi ancora attivato per beneficiare degli incentivi messi a disposizione dallo Stato. Inoltre, sempre di più emerge una grande disparità tra Nord e Sud Italia per quanto riguarda il numero di aziende che riescono ad accedere a questi strumenti finanziari, con un Mezzogiorno a beneficiare di meno del 30% delle agevolazioni.

Tra le prime 5 regioni troviamo in testa la Lombardia, con oltre 987 milioni di euro ricevuti da parte delle imprese, seguita dalla Campania con 710 milioni (unica regione del Mezzogiorno ad assorbire circa il 15% dei volumi totali), quindi Veneto con 476 milioni, Emilia-Romagna con 406 milioni e Piemonte con 301 milioni  (Rapporto Mise).

Guardando il tipo di impiego di tali risorse tra le regioni nel quinquennio 2015-2020, emerge chiaramente una netta prevalenza delle agevolazioni concesse in ambito R&S&I (Ricerca e Sviluppo, Innovazione Tecnologica) e Internazionalizzazione nell’area del Centro-Nord. Il Mezzogiorno risulta, invece, maggiormente beneficiario di agevolazioni per il perseguimento dell’obiettivo di Nuova Imprenditorialità, d’altro canto è esigua la concessione di incentivi legati ai processi di internazionalizzazione (di quasi 3 volte inferiore rispetto al Centro-Nord) (Rapporto Mise).

Un divario quello sull’internazionalizzazione che Simest SpA, società del gruppo CDP, ha cercato di appianare nel 2021 riservando 480 milioni di euro (40% delle risorse disponibili) e una percentuale di fondo perduto del 40% alle imprese del Meridione che, nel primo giorno di apertura del portale, hanno rappresentato ben il 30% delle domande inviate (Dati Simest). Alla chiusura del portale le imprese del Sud avevano inviato domande di finanziamento pari a circa 500 milioni di euro, superando quindi la “riserva” a loro dedicata (Dati Simest).

Il problema della scarsa adesione delle imprese del Meridione non è quindi da attribuire al mancato desiderio di crescita, ma è potenzialmente da ricercarsi nella poca chiarezza delle modalità di accesso ai fondi che caratterizza molte delle agevolazioni attualmente attive, nonché nella tendenza a concentrare le risorse disponibili su target di impresa e ambiti già agevolati dallo Stato, andando così a duplicare incentivi già esistenti diminuendone l’appeal.

Quello di Simest può essere quindi considerato come un caso di successo che evidenzia alcuni punti importanti per il miglioramento del paradigma agevolativo italiano. In sintesi, oltre a percentuali di fondo perduto più elevate, le imprese sembrano ricercare caratteristiche quali: tempi rapidi per l’approvazione e l’erogazione, la rendicontazione snella o, ancora, una giusta combinazione e varietà di spese rendicontabili che incrementino l’adesione delle imprese. 

Per questo, la riorganizzazione e sistemizzazione degli strumenti agevolativi varato dal Ddl del 26 maggio 2022 – che avrà come capisaldi la centralizzazione e la semplificazione – e la pubblicazione del portale incentivi.gov.it fanno ben sperare nel poter portare al più presto l’imprenditoria del Nord e quella del Sud a viaggiare alla stessa velocità sbloccando il potenziale di migliaia di imprese pronte a crescere sul panorama nazionale e internazionale.