La Silicon Valley è stata per decenni la capitale dell’innovazione qui negli Usa, con giganti tech che spaziano da Apple a Uber. Poi questo primato ha iniziato a vacillare e, complice la pandemia, il crescente smart working, l’ondata di licenziamenti nelle big tech e la fuga letterale di ben 250.000 persone dalla California si è verificato uno spostamento verso est, non solo di personale bensì e soprattutto di capitali di investimento verso 2 nuovi tech hubs: Miami, Florida e Austin, Texas. La Silicon Valley rimane ancora oggi, pur fortemente penalizzata, al primo posto in termini di investimenti di VC, di Venture Capital, con 74,9 miliardi di dollari di raccolta, il valore in assoluto più basso dal 2012, ma “the new kid on the block”, la nuova capitale dell’innovazione è diventata Miami.

Miami è oggi il primo mercato negli Stati Uniti per raccolta di capitale e numero di investimenti da parte di venture capital, investimenti che negli ultimi 3 anni sono aumentati del 278%, arrivando nel 2022 ad un totale di 5,39 miliardi di dollari, con un 81% di incremento del volume di accordi.

Web3, la nuova iterazione del web che incorpora le tecnologie blockchain, criptovaluta e AI, artificial intelligence, sono solo alcuni dei principali fattori di crescita delle StartUp a Miami così come di grossi gruppi multinazionali che spostano il proprio Corporate HQ a Miami.

Come sostiene Laura DiBella, Secretary of Commerce dello Stato della Florida: “il settore Tech di Miami sta crescendo ad un ritmo rapido, con aziende che scelgono Miami e la South Florida come il prossimo passo logico per la loro attività. La Florida si è classificata al primo posto per le nuove imprese Tech nella classifica stilata da CompTIA (la Computing Technology Industry Association che rilascia certificazioni per le aziende del settore tech) e prevediamo solo una continua crescita grazie all’ambiente favorevole alle imprese e dove la Florida è pronta a sostenere la fiorente e prospera industria tech”.

In questo scenario qui a Miami il mese di Aprile 2023 è stato interamente dedicato al mondo Tech. #MiamiTech Month, e già il nome ha sintetizzato luogo, settore e durata, è stato un mese con una agenda fitta di eventi dedicato a Tech e AI, dove imprese, innovatori, pensatori, investitori privati e istituzionali, VC, PE, fondatori e CEOs, IT e ingegneri software e informatici non solo della Florida ma degli interi Stati Uniti e anche da UK e Israele, si sono incontrati, si sono confrontati nelle idee e nei progetti, dove sono nate nuove start-up (e se ne sono consolidate altre) alimentate da flussi di investimenti.

Un mese di networking, seminari, conferenze, webinars, cocktails, con un calendario giornaliero di momenti di incontri a tema che hanno spaziato dal Miami Tech Summit, che ha visto speakers del calibro di Daniella Levine Cava, la brillante sindaca della contea di Miami-Dade, a Jeb Bush, ex governatore della Florida e figlio e fratello dei formers Presidents George H.W. e George W. Bush, a Winston Warrior, Head of Global Marketing di Amazon, solo per indicarne alcuni.

Nelle tematiche del Miami Tech Summit si è spaziato dal Progetto Kuiper su come collegare comunità non servite e meno servite grazie ad una rete satellitare a bassa quota, ad allineare industria, governo e università per garantire la competitività tecnologica americana in uno scenario globale in evoluzione.

Apice del mese “eMerge Americas”, la 2 giorni di conferenza del 20-21 Aprile 2023, dove il tema non poteva essere che “Transforming Miami into a Global Tech Hub”, trasformare Miami nel polo globale della tecnologia.

Un tema di grande attualità, quanto di primaria rilevanza nell’agenda di eMerge Americas 2023, è stato l’interconnesione tra utilizzo etico di AI (Artificial Intelligence), ML (Machine Learning), equità sociale e buon business”, sottolineando l’impatto della tecnologia AI e la trasparenza nel processo decisionale degli algoritmi nella società odierna, salvaguardando i valori che guidano imprese ed istituzioni proprio a tutela dei valori etici della società in virtù dell’aumento del pubblico scrutinio proprio sulle considerazioni etiche e sulla tutela della privacy nell’utilizzo di AI.

Un curiosità tra le molteplici applicazioni AI che oggi spaziano in tutte le industrie: reinventando l’Arte e la Scienza dei Sapori, l’AI va al servizio della Ricerca & Sviluppo dell’industria delle spezie per creare nuovi gusti. McCormick, la più grande azienda di spezie, leader globale e nel mercato Usa ha iniziato una collaborazione con IBM Research per creare nuove spezie ed ecco come l’AI da il suo contributo.

McCormick e IBM sulla base di dati sulle varie spezie hanno creato un modello dove alla formula base per una nuova categoria di gusto, per esempio la salsa BBQ, si abbinano ingredienti inusuali, così come previsioni sulle future tendenze in tema di nuovi sapori, così da creare qualcosa di nuovo.

Mr. Hamed Faridi, Executive Director del McCormick Science Institute, in una intervista rilasciata alla CNN nel 2019 quando era allora Chief Science Officer di McCormick, ha dichiarato che l’applicazione della Artificial Intelligence e del tipo di algoritmo ha ridotto di due terzi il tempo medio richiesto da R&D per lo sviluppo di un nuovo prodotto.

Il sistema AI è stato utilizzato su dati relativi a materia prima, formule di miscele di spezie, modelli previsionali di crescita del mercato, test di sapore su un campione di consumatori.

Il team R&D di McCormick è composto da ingegneri chimici, scienziati dell’alimentazione, nutrizionisti, chefs, e il lavoro di ricerca di una nuova miscela di spezie generalmente parte da un ingrediente base, p.e. la senape, per proseguire con le varie interazioni, mediamente 150 per prodotto potenziale, per arrivare poi alla formula finale con test di laboratorio, test sensoriali e con un campione di consumatori.

Mediamente questo processo richiede da 2 settimane a 6 mesi per ogni nuovo sapore, ma con l’applicazione della AI questo tempo si riduce di 2/3.

A fine 2021 McCormick ha lanciato 10 nuovi mix di spezie.