Ha cominciato dipingendo, ma la sua musa era la scultura. Emanuele Stifano, di Pellare (in provincia di Salerno) è un artista di territorio – nel senso che ama profondamente e racconta spesso la sua terra – ma è un artista senza confini. Autodidatta assoluto, non conosceva nessuna tecnica, nessuno strumento, ma sapeva che dentro quel blocco di marmo si nascondeva una sagoma, e che le sue mani e la forza misteriosa potevano tirarla fuori. Come Michelangelo: ”La statua è già nel marmo!”. Un blocco di marmo che può pesare anche diverse tonnellate viene posizionato nel laboratorio e Emanuele lo lavora, mosso dalla passione e quasi come da una forza misteriosa. Inizia con scalpelli e martello a liberare la sua idea del materiale in eccesso e la forma pian piano si fa realtà concreta, davanti ai suoi occhi.
Di qualche mese fa la “svelatura” di un’opera poderosa, in sintonia magica, per non dire quasi mistica, con la sua terra: la statua di san Bartolomeo martire. E poi, ancora – con un mandato istituzionale – la statua di Palinuro: “Un monumento in onore di chi ha reso famoso in tutto il mondo il nostro Capo”, l’ha definita il sindaco Carmelo Stanziola. Un tributo a Palinuro, il mitico nocchiero di Enea, caduto in mare di notte, tradito dal dio Sonno, e naufragato sulle spiagge del Cilento dove venne scambiato dagli indigeni del luogo per un mostro marino e venne ucciso. La scultura in bronzo, alta più di due metri, è stata installata all’ingresso del paese. Un’icona ispirata dalla più celebre classicità ma protesa verso la più dinamica costruttiva reinvenzione del turismo culturale in un vero e proprio angolo di paradiso, il Cilento.