Altro che rimbalzo. C’è un settore che punta al gran salto in alto degno di un oro olimpico alla Tamberi. Quello che i dati del Pil lasciano presagire per il resto dell’economia del post lockdown, per il turismo potrebbe essere il trampolino di lancio per affermarsi come il comparto più importante del sistema economico italiano. La previsione è emersa nel convegno scientifico “Big data e turismo 2.0” di venerdì 19 novembre a Como, nato da una idea di Francesco Condoluci, responsabile area digitale di Economy e di Maurizio Pimpinella, fondatore di Italian Digital Hub, e stima un potenziale di crescita dal 15 al 20% del Pil. Come arrivarci? Creando un hub digitale dell’intera offerta turistica del nostro Paese, come avviene in Francia e in Spagna, e facendo un uso intelligente della miniera di dati online per anticipare i trend e indirizzare i flussi turistici. Maurizio Pimpinella sta proponendo l’”Ava”, l’aggregatore a valore aggiunto, come strumento operativo a livello nazionale ma, considerata la necessità di un collaudo come per una start up, dal convegno è emersa l’ipotesi di sperimentare il sistema in un territorio più limitato ma a forte vocazione turistica: Como e il suo lago.
GLOCAL È MEGLIO
Non a caso il sindaco di Como Mario Landriscina – e ricordiamo che il convegno era promosso dal Comune di Como, dalla Fondazione Alessandro Volta e dai Lions Club International distretti 108lb1 e 108° – ha parlato di “una iniziativa che si inquadra nella logica oggi sempre più decisiva della “visione globale” e della necessità “di fare rete che non è più solo uno slogan, ma un imperativo che la transizione digitale ci impone”. E l’assessore al Turismo, di Como, Livia Cioffi ha sottolineato che “la promozione e la comunicazione strategica nel settore turistico, orientata in senso digital, va utilizzata per promuovere l’offerta in Italia e sui mercati esteri e che è necessario che la promozione preveda un processo di costante pianificazione di strategie e strumenti anche digitali”.
IL PASSAGGIO MANCANTE
Sedici relatori – esperti del settore, accademici, dirigenti d’impresa, parlamentari, amministratori regionali e locali e rappresentanti del comparto turistico alberghiero – hanno analizzato il valore di un grande, unico aggregatore nazionale del turismo e l’importanza fondamentale della raccolta e dell’interpretazione dei big data per governare le dinamiche turistiche anche internazionali. E, ulteriore e decisivo elemento, del fare rete nella “rete”, cioè dell’unione delle forze di tutti i protagonisti del settore completando la transizione digitale che in Italia è già avvenuta per i consumi, cioè i pagamenti online, e nelle scelte dei turisti, dunque “la domanda”, ma non ancora per tutti gli operatori – cioè l’”offerta”. I tanti protagonisti e campioni del turismo italiano ancora faticano a fare squadra e a modulare le proposte con un approccio sistemico da “big tech” in grado di valorizzare le bellezze, le risorse, le unicità dei territori in un unico “ecosistema digitale” capace di soddisfare a 360 gradi la domanda turistica.
VECCHI STEREOTIPI E NUOVE OPPORTUNITÀ
Il turismo deve superare vecchi stereotipi come “L’Italia è un Paese che si vende da solo” (citato da Pimpinella) per cogliere le nuove opportunità come ha detto la sen. Tiraboschi: “Made in Italy è il terzo marchio più conosciuto al mondo dopo Coca Cola e Visa e può guidare la ripresa e la crescita a due cifre per un comparto che, grazie alle esportazioni della creatività italiana, le eccellenze territoriali e la ricettività, può avvicinarsi al 20% del Pil”. Altri importanti suggerimenti: incorporare tecnologia e conservare in Italia i dati dei consumatori (Antonio Preiti), nuove strategie e modelli flessibili (Gabriele Milani), utilizzare le miniere di metadati e utilizzare la missione 1.3 del Pnrr (Pietro Petraroria), una governance intelligente (Paolo Cuccia), modelli di offerta integrata come Trenord (Lenardo Cesarini) e leggere bene gli “insight” per comprendere e anticipare preferenze e interessi dei turisti (Fabio Galetto di Travel Google Italia). Il convegno ha anche dedicato un’intera sessione pomeridiana sul tema del “valore aggiunto della governance femminile” nelle aziende turistiche. In sintesi, il gran salto alla Tamberi per il turismo è possibile e la forza e l’energia necessarie non si trovano in astruse ricette ma, come gli spinaci di Braccio di Ferro, nella semplice e naturale genuinità e bellezza italiana.