Oggi, 21 luglio, il Governo Draghi è caduto. Al momento le dimissioni sono solo formali, in quanto il Governo rimane in piedi per il disbrigo degli affari correnti. Ma di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.
Governo Draghi agli affari correnti: cosa vuol dire
“Disbrigo di affari correnti”: questa la formula utilizzata dal Quirinale nel suo comunicato odierno. Nello specifico: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”.
A seguito della caduta del Governo Draghi, lo stesso rimarrà sostanzialmente in auge fino alla formazione del nuovo esecutivo proprio per la risoluzione degli affari correnti. In realtà, più che di una formula si tratta di una vera e propria modalità di prosecuzione delle attività. Il motivo è chiaro: il Paese non può rimanere senza un Governo, privo dunque del vertice amministrativo ed esecutivo dello Stato. A bene vedere, tale dovere non è previsto dalla Costituzione in modo specifico. Tuttavia, la prassi costituzionale vuole che il Governo rimanga in piedi per il periodo di tempo necessario alla formazione del nuovo esecutivo.
Affari correnti, cosa vuol dire
In virtù di ciò, vediamo cosa potrà fare il Governo e cosa non. Anzitutto, potrà (anzi, dovrà) emanare i decreti legge se sopravvenissero motivi di necessità ed urgenza, nonché provvedere all’esame dei relativi disegni di conversione. Inoltre, potrà esaminare i disegni di legge di ratifica dei trattati, nonché i ddl di delegazione europea e della legge europea in caso di atti dovuti, in quanto adempimenti di obblighi internazionali o derivanti dall’appartenenza all’Unione europea. Tramite tale attività, l’esecutivo assicura la continuità necessaria ad evitare una paralisi amministrativa nel nostro paese.
Ovviamente, avendo dato le dimissioni, il Governo uscente non ha più la stessa legittimazione politica di quando si trovava nel pieno delle sue funzioni. Infatti, vi sono molte attività di cui lo stesso non si può occupare. Ciò che il governo non potrà fare, in particolare, è rappresentato dall’esame dei nuovi disegni di legge, salvo imposizione da parte di obblighi internazionali. Inoltre, potrà approvare decreti legislativi solo se serve ad evitarne la scadenza dei termini; non potrà adottare nuovi regolamenti ministeriali o governativi, a meno che la legge o obblighi internazionali non impongano altrimenti, oppure se necessari all’operatività della pubblica amministrazione o per l’attuazione di riforme già approvate dal Parlamento. Infine, non potrà effettuare nomine o designazioni se non vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, o che comunque non siano procrastinabili fino all’entrata in carica del nuovo Governo.