Il Coronavirus non infetta né Uber né il rivale Lift

I rivali Uber e Lyft hanno riportato sensibili perdite nel primo trimestre. Eppure non sono scesi in Borsa. Perchè? Lyft è salito per primo con un fatturato trimestrale più alto del previsto. Questo, grazie al 3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, anche con l’attuale pandemia. E questo ha senso, visto che Lyft opera soprattutto negli Stati Uniti, che è stato uno degli ultimi grandi paesi ad aver chiuso i battenti.
L’Arch-nemesis Uber opera in tutto il mondo, quindi non ha potuto fare a meno di segnalare il 5% di piloti in meno lo scorso trimestre rispetto a un anno fa. Fortunatamente per i suoi investitori, però, il suo business alimentare è cresciuto di oltre il 50% consegnando cibo da asporto ai clienti arrabbiati che si recano a casa.
Uber dice che il peggio è passato, e che la sua attività di ride-hailing ha ricominciato a crescere. Ma questo non ha impedito all’azienda di tagliare il 14% dei suoi lavoratori e di tagliare il suo budget di marketing per aiutare a tagliare i costi di un miliardo di dollari. Lyft, per non essere superata, ha annunciato importanti tagli di personale, tra cui il 17% del personale. Alla faccia dell’ambizione di Uber di diventare redditizia entro la fine del 2020: ora pensa che sarà redditizia mesi dopo la promessa – ma probabilmente ancora prima di Lyft, se tutto va secondo i piani.