Il club degli investitoria caccia di Pmi

Il club è un luogo esclusivo per antonomasia. Se poi si tratta di un club costituito da persone che possiedono un elevato patrimonio netto e che si riuniscono in gruppi per effettuare investimenti in imprese con l’obiettivo di sostenerne lo sviluppo e l’internazionalizzazione, a fronte di un guadagno che vada ad incrementare il proprio patrimonio e a remunerare il rischio, allora non ci sono dubbi: si tratta di un “club deal”. Che altro non è se non una forma particolare di private equity. Come Astraco, advisory indipendente che organizza e struttura investimenti di private capital sotto la forma, appunto, di club deal. La strategia d’investimento si basa su made in Italy, sostenibilità ambientale, passaggio generazionale.

«Astraco è nata ponendosi traguardi ambiziosi che, con i miei partner Bernardo Calculli, Laura Della Chiara e Gianni Dini, portiamo avanti con tenacia, guidati da una visione chiara e da valori condivisi sia dal nostro team che dai nostri investitori», spiega Nino Dell’Arte, amministratore delegato di Astraco. Classe 1974, laureato in Economia e Commercio con il massimo dei voti presso l’Università di Catania a cui ha aggiunto un Mba con lode presso la Chicago Booth University, Nino Dell’Arte (nella foto) ha maturato 11 anni di esperienza nel mergers and acquisitions, 6 anni nel private equity, 2 anni nella finanza strutturata ed un anno nell’industria. Nella sua carriera ha perfezionato investimenti e disinvestimenti nel mid-market per un controvalore superiore a 2 miliardi di euro. E da consulente della proprietà o amministratore di aziende controllate da investitori istituzionali ha generato valore definendo ed implementando strategie di sviluppo, processi di rafforzamento organizzativo e passaggi generazionali.   

«Nel Club abbiamo imprenditori di successo e di grande esperienza in business differenti che offrono un fondamentale contributo nell’analisi e nella scelta delle aziende sulle quali investire», spiega Dell’Arte: «è la parte creativa del nostro lavoro, mettere a fuoco le potenzialità di un’impresa, creare una strategia e aiutarla a crescere. Anche questo è un modo per valorizzare le eccellenze italiane, attraverso investimenti in Pmi di valore».

La struttura finanziaria degli investimenti di Astraco è sempre pensata in modo da segmentare e ripartire il profilo di rischio e le aspettative di rendimento tra varie categorie di investitori, facendo molta attenzione all’indebitamento delle società acquisite. La logica con cui Astraco opera è incidere e generare coerenza e valore tra governance, comportamenti organizzativi, pratiche produttive e responsabilità sociale d’impresa. Tutte le aziende attualmente guidate dal Club rispondono a criteri Esg che vengono non soltanto validati in fase di acquisizione, ma anche potenziati in fase di sviluppo.

Una volta individuata l’azienda target, Astraco ne mette a fuoco le potenzialità per creare una strategia efficace di crescita

E a tre anni dalla sua nascita, Astraco ha portato recentemente a termine la sua terza acquisizione, dopo la catena di food retail milanese Panini Durini e di LB Officine Meccaniche, importante azienda emiliana sempre specializzata in automazione industriale: quella di Crippa Spa, eccellenza lombarda nel mondo dell’automazione industriale, con 37,5 milioni di ricavi. Si tratta di un’azienda famigliare con una storia lunga più di 70 anni che si è affermata nel mondo delle macchine curvatubi e sagomatubi elettriche per le applicazioni più varie e per le industrie più diversificate. Il marchio è oggi riconosciuto come sinonimo di altissima precisione ingegneristica, affidabilità ed innovatività di soluzioni. L’acquisizione da parte di Astraco, pur mantenendo un ruolo della famiglia Crippa in continuità manageriale e strategica e anche come investitore, garantisce la soluzione del passaggio generazionale in azienda e una migliore organizzazione societaria, così da realizzare lo sviluppo e la crescita della società nei prossimi anni. Il Club ha scelto di investire in Crippa perché risponde pienamente alle caratteristiche previste dal proprio modello di business che si focalizza sull’impact investing. Uno degli obiettivi del Club è infatti di dare un contributo affinché l’ecosistema nel quale viviamo – ambientale, tecnologico e umano – progredisca attraverso lo sviluppo di progetti imprenditoriali in grado di creare valore sia per gli azionisti, sia per la collettività.

Nonostante modelli di business solidi e prospettive di sviluppo chiare, i casi irrisolti di successione generazionale ostacolano le pmi

Il Club è composto da imprenditori – o ex imprenditori che hanno già vissuto il passaggio di proprietà delle aziende da loro possedute – che desiderano reinvestire nell’economia reale parte del proprio patrimonio. A monte di ogni acquisizione c’è, come elemento fondamentale, la presenza (o individuazione ante completamento del deal) di un management team in grado di realizzare un piano industriale definito che dia visibilità circa la possibilità di exit in un orizzonte temporale compatibile con il progetto stesso. Nella propria strategia di investimento Astraco predilige imprese che mostrano modelli di business solidi e prospettive di sviluppo chiare, che presentano casi irrisolti di successione generazionale che ne limitano lo sviluppo e aziende che operano in ambiti intimamente legati al miglioramento dell’ambiente e al benessere sociale.

«Abbiamo concluso questa acquisizione in un periodo non facile», continua Nino Dell’Arte, «con forti turbolenze di mercato, ma sono convinto che il contesto macroeconomico attuale unito al solido posizionamento strategico della Crippa S.p.A. possano rappresentare una opportunità per una realtà che da oltre 70 anni è all’avanguardia nella automazione industriale grazie ad un’offerta fortemente orientata alla circular economy. È necessario che l’eccellenza italiana vada tutelata e supportata attraverso operazioni di respiro industriale e con forte attenzione alla crescita ed al perseguimento di ambiziosi percorsi di sviluppo internazionale. Le Piccole e Medie Imprese rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana e credo che, oggi più che mai, le società che hanno saputo costruire la propria leadership di prodotto sul pilastro del rispetto per l’ambiente e dell’efficienza energetica meritino grande fiducia e supporto», conclude Dell’Arte. «Credo che Astraco possa avere un ruolo crescente nel promuovere investimenti in aziende che, grazie alla propria tecnologia ed offerta, contribuiranno a migliorare il sistema economico anche sotto il profilo della eco-sostenibilità».

TUTTI I VANTAGGI DEL GRUPPO RISTRETTO

Il club deal presenta due vantaggi principali: mettendo più investitori insieme è più semplice raccogliere capitali consistenti ed effettuare investimenti diversamente inaccessibili; inoltre, i singoli investitori possono non partecipare ai processi decisionali delle Pmi perché la gestione è affidata al management del club deal che si deve occupare di favorire lo sviluppo delle imprese partecipate avvalendosi della collaborazione di professionisti e di riferire ai soci le strategie adottate. Si tratta di una forma di investimento molto flessibile, perché i soci possono liberamente scegliere di partecipare o meno ad un singolo deal in base alle proprie disponibilità e a quanto credono nel progetto. Inoltre, l’ammontare della quota investita dal singolo socio può variare e non è prevista una data di exit. La società oggetto dell’operazione può variare tra un range molto vasto di tipologie, dalla startup e Pmi innovativa all’azienda famigliare che deve affrontare casi irrisolti di successione generazionale. Investire con un club deal offre una minore diversificazione del rischio rispetto ai fondi, ma può comunque garantire una diversificazione perché i manager del club propongono aziende tra loro anche molto diverse, alle quali destinare parte del patrimonio degli investitori.