Il cavallo e la cura del corpo e dell’anima

Sin dalla preistoria con nessun altro animale l’uomo ha sviluppato un rapporto più intensamente emotivo, affettivo e di condivisione esistenziale come col cavallo, l’animale che lo ha accompagnato per secoli nella  quotidianità  e nelle battaglie non in forma passiva, ma con coraggio, sensibilità, umiltà e intelligenza. L”’ippoterapia” è stata usata, sin dai tempi di Ippocrate, nelle crisi isteriche, in quelle di ansia e di eccitazione psicomotoria; il cavallo è servito anche per stimolare  coraggio e volontà. Animale fortemente simbolico, è da sempre oggetto nell’immaginario collettivo di fantasie che – come  scrive  Alessia  Giovannini – hanno a che vedere con il “Sé grandioso”, in quanto rispecchia da sempre i concetti di forza, bellezza, generosità e libertà. Il cavallo è quindi un animale che instaura un rapporto empatico con la persona con cui si relaziona, attivando un approccio selettivo a seconda dell’individuo, inoltre porta il soggetto a svolgere un lavoro psicomotorio attraverso i movimenti che è costretto a fare quando lo si monta ed è anche attraverso il movimento che la persona impara a far  dialogare il  corpo e psiche. L’animale dimostra una curiosità ed una costante attenzione a tutti gli stimoli esterni, provocando, per emulazione, la stessa condizione anche nella persona coinvolta. Il paziente con l’animale, con la sua corporeità, le sue reazioni, instaura un complesso rapporto interattivo che permette di sviluppare un senso di fiducia e di sicurezza, generando  autostima, benessere e soprattutto  consapevolezza. 

P.S.: il Senato della diciassettesima legislatura ha lasciato in eredità un disegno di legge recante “Norme sulla riabilitazione attraverso l’utilizzo del cavallo” volto a conferire a questa pratica tutte le caratteristiche dell’attività terapeutica vera e propria. L’appello alla Presidente del Sento Elisabetta Alberti Casellati è a non lasciar nei cassetti questo spunto e a favorire l’approvazione di quelle norme.