Giornata nerissima per le borse europee che chiudono con pesanti ribassi. A far tremare gli investitori diversi fattori. Milano perde il 4,02% e ridiscende sotto quota 26mila punti, mentre fino a qualche settimana fa era addirittura sopra i 28mila. I motivi sono diversi. In primis, l’inflazione che non accenna a diminuire e che inizia a rappresentare una possibile incognita sistemica a una ripresa che doveva continuare spedita anche nel primo semestre del 2022. I prezzi continuano a salire, tra un Brent che flirta con i 90 dollari al barile (secondo Goldman Sachs si potrebbe arrivare addirittura a 96) e una bolletta che cresce a dismisura, con prezzi dell’energia che sono anche triplicati.
In attesa di capire che cosa farà il governo e quali correttivi potrà mettere in campo, anche la geopolitica rappresenta un fattore di rischio. Le tensioni tra Ucraina e Russia, con gli Usa che si sono detti disposti a schierare truppe nell’Europa orientale, continuano a rappresentare una seria minaccia anche per il Vecchio Continente, che potrebbe venire penalizzato da una guerra anche sulla materia energetica.
Occhi puntati sulla Fed
L’altra incognita di rilievo riguarda le decisione della Federal Reserve. L’inflazione negli Stati Uniti è ai massimi da molto tempo e in tanti chiedono che venga messo un argine. L’unico modo al momento è quello di alzare i tassi. Al momento erano previsti tre rialzi nei 12 mesi del 2022, ma l’incremento ulteriore dei prezzi e lo scenario globale impongono scelte drastiche. Per questo alcuni pensano che potrebbero essere addirittura quattro i ritocchi verso l’alto.