I dazi di Trump impallinano anche gli unicorni cinesi

La guerra commerciale di Trump sta azzoppando anche le migliori startup cinesi. L’euforia che ha creato più di 100 unicorni da almeno un miliardo di dollari, si è parecchio ridimensionata: a giugno ne erano nati “solo” 7, contro i 30 in tutto il 2018. Le startup in Cina hanno raccolto 32,5 miliardi attraverso operazioni di venture capital nel 2019, rispetto ai 111,8 miliardi del 2018, secondo la società di ricerca Preqin . A metà settembre, le case di capitali di rischio cinesi avevano raccolto 9,9 miliardi di dollari, solo circa un terzo dei 25 miliardi del 2018. Tre importanti startup dalla forte componente di innovazione tecnologica ha rinviato o annullato il fund raising quest’anno, perché i capitali di rischio sono in rapida ritirata. Full Truck Alliance, che pure è sostenuta da SoftBank, ha per ora messo da parte l’ambizione dichiarata di raccogliere un miliardo di dollari. SenseTime, probabilmente la startup di intelligenza artificiale dal maggior valore al mondo, dopo aver affermato di essere in trattative per un finanziamento da 2 miliardi di dollari ha ripiegato su un roadshow senza obiettivi precisi. Royole Corp, prima al mondo a vendere device flessibili, sta ancora cercando di raggiungere il suo miliardo di dollari che si era posta come obiettivo diversi mesi fa. Eppure l’industria tecnologica cinese ha conosciuto una delle creazioni di ricchezza più veloci e più grandi che il mondo abbia mai visto, che ha fatto nascere leader globali quali Alibaba, Tencent e ByteDance, attraendo miliardi di dollari dagli investitori, SoftBank su tutti, su una scala a volte superiore a quella degli Stati Uniti. Ma il periodo d’oro sembra alle spalle. Gli investitori che solo due anni fa hanno aiutato ad alimentare alcune delle più celebri startup stanno ora chiedendo alle società che fanno parte del loro portafoglio di dimostrare di poter adottare modelli e strategie redditizi.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.