benzina

Dall’incontro romano di ieri tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, di sicuro c’è solo che ci sono stati baci e abbracci. Su questo almeno, i giornali sono tutti concordi. No, perché sul resto, sull’esito dei contenuti del vertice, le scuole di pensiero sono molteplici. Si passa dalla “Piena sintonia” raccontata da Il Sole-24 Ore al “Grande freddo” titolato dalla Repubblica, con in mezzo svariate sfumature di aperture e convergenze, a seconda del punto di vista (politico) di chi commenta. Ma tant’è. In questo mondo VUCA per definizione, si sa, di certezze ce n’è sempre meno.

Una notizia certa però arriva, manco a dirlo, dal Vaticano, di solito santuario supremo del non-detto. Invece è proprio di ieri l’improvvisa riapertura (a 40 anni dalla scomparsa) del caso Emanuela Orlandi, news che arriva – guarda caso però – sullo sfondo della nota vicenda del libro di padre Georg Ganswein, ex segretario di Papa Benedetto XVI che, giurano in molti, sta creando forti divisioni e polemiche all’interno della Chiesa tra tradizionalisti ratzingeriani e progressisti bergogliani e non pochi imbarazzi a Papa Francesco. La domanda sorge spontanea: l’indagine Orlandi sarà mica “un diversivo” (copyright Il Foglio)? Ai posteri l’ardua sentenza.  

Altra certezza è la linea dura (e non poteva essere altrimenti) dell’attuale Presidente Lula contro l’imbecille orda di scalmanati che ieri ha messo a ferro e fuoco i palazzi istituzionali in Brasile. Arresti, la paventata estradizione per l’ex presidente Bolsonaro nel frattempo ricoverato (per mal di pancia) in Florida, l’ombra di “The Donald” Trump e del suo guru sovranista Steve Bannon: dietro l’assalto al Congresso brasiliano c’è di tutto e di più. E ci sarebbe pure un po’ da ridere se non fosse che di questa vicenda a lasciare sconcertati è soprattutto la delegittimazione delle istituzioni, ridotte ormai – a Washington come a Brasilia – a un bersaglio per tifosi fomentati ed eccitati “dai social e dagli apprendisti stregoni della politica”, come giustamente scrive stamani Augusto Minzolini sul Giornale.

Caro benzina, colpa dei furbetti della pompa?

Sul fronte interno, nel Belpaese tiene banco l’aumento di diesel e benzina intorno ai 2 euro ed è tutto uno scambio di accuse. Salvini se la prende contro i furbetti della pompa, i petrolieri con le tasse troppo alte, il Fatto Quotidiano contro Meloni e lo stesso Salvini i quali, togliendo lo sconto sulle accise, avrebbero fatto salire i prezzi. Nel frattempo, sugli speculatori indaga la Guardia di Finanza e oggi in Consiglio dei Ministri si dovrebbero decidere le misure contro il caro-carburante. Chi vivrà, vedrà.

Sembra Washington ma è Brasilia

Tutte le prime pagine dei giornali di oggi danno notizia degli oltre 1500 arresti per l’assalto al Parlamento, “Brasile sotto choc. Lula: Atti di terrorismo” (Corriere della Sera). E mentre l’ex presidente Bolsonaro è in Florida nel “rifugio dei sovranisti” l’Onu esprime la sua condanna: “Bisogna rispettare la volontà popolare”.

Sugli arresti in Brasile La Repubblica titola “La giustizia di Lula” e da notizia che “una parte Infedele degli apparati di sicurezza ha deciso di rivolgere lo sguardo altrove mentre l’orda degli assaltatori marciava verso i palazzi istituzionali”. “Congresso brasiliano – scrive il quotidiano romano – pronto indagare l’ex presidente Bolsonaro, gli USA valuteranno richiesta di estradizione e i figli chiedono all’Italia di dargli cittadinanza”.

Il Giornale svela che “Dietro l’assalto c’è l’ombra di Steve Bannon, l’ex stratega di Trump che ha definito combattenti per la libertà i manifestanti che hanno invaso Brasilia”.

“L’Iran è sempre più solo” scrive Greta Privitera in prima pagina sul Corriere della sera: “Le notizie dei giovani impiccati per le proteste indignano anche l’Occidente, basta con le esecuzioni”.

Vaticano, rispunta (per caso) “il Caso Orlandi”

Prosegue anche la telenovela del libro del segretario di Ratzinger, ieri “faccia a faccia (e i veri nodi) tra padre Georg Ganswein e Papa Francesco ma dal Vaticano non si dice ufficialmente nulla” (Corsera).

E sempre dal Vaticano – proprio in coincidenza con le polemiche Bergoglio-Georg – spunta la notizia che “è stata riaperta un’indagine sul caso Emanuela Orlandi”. “Il Papa”, scrive Gianluigi Nuzzi sulla Stampa, “vuole la verità su Emanuela”.

“La Santa Sede riesaminerà tutte le ipotesi investigativa emerse negli ultimi quarant’anni, Emanuela scomparsa nel 1983, da allora il Vaticano non ha mai aperto un fascicolo” (Il Tempo).

“Trovare Emanuela Orlandi, finalmente un diversivo” scrive Maurizio Crippa sul Foglio.

Caustico Libero Quotidiano che apre con il titolo: “Primo miracolo di Ratzinger. Toh, Bergoglio dice cose di destra: Francesco attacca la Ue sui migranti e su aborto e famiglia fa il tradizionalista, oggi vede la Meloni”.

Giorgia e Ursula, solo baci e abbracci

“Meloni e Von der Leyen, strada aperta per modifiche PNRR e aiuti di Stato” è l’apertura di oggi de Il Sole-24 Ore per il quale dopo il vertice di Roma c’è “piena sintonia anche sull’accoglienza migranti”. Per il Corsera la notizia più importante del vertice di Roma è “Aperture Ue sui migranti, dialogo su confini, accordi e ONG in vista del consiglio Europeo di febbraio”.

Di tutt’altro avviso è La Repubblica che parla invece di “grande freddo Roma-Bruxelles: quella di Von der Leyen a Meloni non è stata niente più che una visita di cortesia”. La Stampa è meno drastica sugli esiti del vertice romano Meloni Von der Leyen ma scrive che “il clima è cordiale ma dietro i baci tra le due leader c’è ancora molto da negoziare”. D’accordo su questa linea anche Libero Quotidiano che commenta: “Meloni-Ursula, incontro cordiale, baci e abbracci però i nodi restano tutti”.

La politica (è sporca, si sa)

Molti i quotidiani che danno la notizia del passaggio dal Pd al Gruppo Misto di Aboubakar Soumahoro, il deputato ex operaio, che si era presentato il primo giorno a Montecitorio con a piedi gli stivali sporchi dal lavoro nei campi e poi è finito coinvolto nella vicenda degli illeciti delle cooperative di braccianti nel Pontino gestite dalla moglie e dalla suocera.

Imbarazzi a sinistra, lapidaria La Verità: Invece di spiegare Soumahoro pianta il partito e si tiene i soldi del deputato”.

La guerra senza fine (e senza fini)

La Repubblica in prima pagina riporta anche “I dubbi degli USA sui ritardi italiani nella consegna delle armi all’Ucraina”.

Il Giornale non la pensa così e, anzi, scrive: “Il governo sblocca gli aiuti. L’Italia darà lo scudo aereo a Kiev”.

Tutta l’economia che serve 

Per Il Sole-24 Ore è più vicina la ratifica del Fondo salva Stati (Mes) dopo il faccia a faccia tra Giorgetti e Donohoe. Alberto Quadri Curzio nella sua analisi in prima pagina scrive che “Il Mes può assorbire i Bond Bce” e anche Giulio Tremonti dice “Sì al Mes ma va trasformato”. Sempre sul quotidiano di Confindustria colloquio con il commissario Ue Paolo Gentiloni che propone “un fondo europeo per realizzare la riforma dei sostegni” mentre in taglio basso c’è il crollo del private equity: “il rialzo dei tassi pesa sui nuovi fondi: -67%” e di spalla “via ai controlli sui carburanti, oggi vertice Meloni-GdF”. 

Sul Corsera in prima pagina un retroscena di Federico Fubini: “Gas e grandi opere, a Bruxelles i dossier sul tavolo”.

La Repubblica invece riporta la notizia del “Consiglio dei ministri di oggi su prezzi diesel e benzina saliti intorno ai 2 eurogoverno in panne”.

In apertura il Giornale titola “Pressing sul governo, benzina giù i prezzi, Lega e Forza Italia vogliono interventi contro il caro carburanti oggi in CdM”, e sul tema c’è la dura presa di posizione di Pier Luigi del Viscovo: “Le tariffe restino libere, decidano mercato e clienti, no a prezzi calmierati dallo Stato”.

Anche La Stampa dà grande risalto allo “Scontro sul caro benzina, tutta colpa delle accise”. “In Consiglio dei Ministri il boom del prezzo dei carburanti – si legge sulla prima pagina – i petrolieri al governo: tasse troppo alte, copiamo i tedeschi. Salvini: caccia ai furbetti”.

“Figuraccia, indagano sulla benzina ma i colpevoli sono loro, Meloni e Salvini han levato gli sconti sulle accise, macché speculatori, a far salire i prezzi sono le scelte di governo” attacca sul tema il Fatto Quotidiano. Secondo Maurizio Belpietro direttore de La Verità “Benzina cara e inflazione per le scelte sull’Ucraina, non è speculazione”. 

Sempre dalla prima della Stampa un retroscena: “Giorgetti e Urso rimuovono Mister Prezzi, il suo nome è Benedetto Mineo, a giorni dovrebbe essere comunicato dal governo che sarà destinato ad altra occupazione”. E in prima pagina sul quotidiano torinese anche un dossier su “A chi conviene la settimana corta”.

Massimo Doris, Ceo di Mediolanum, intervistato da Il Messaggero interviene sul rialzo dei tassi: “Con l’inflazione che rallenta la BCE dovrà cambiare rotta”. Sempre sulla prima pagina del giornale romano la notizia “Casa, la stretta green europea che penalizza soprattutto l’Italia, dopo le auto diesel – si legge – tocca alle abitazioni, i proprietari devono tagliare le emissioni e dovranno farlo per forza ristrutturando i propri immobili, la direttiva Ue sta per andare a dama”.

Per chi ha tempo (gli editoriali da leggere)

“[..] sempre più spesso i protagonisti cedono alla tentazione di delegittimare l’avversario e di ritenere una sconfitta elettorale quasi come l’avvento di un nuovo regime. Un simile atteggiamento, amplificato dall’utilizzo dei social finisce per innescare meccanismi ingestibili che vanno aldilà delle intenzioni di chi li provoca. Il confronto democratico diventa scontro primordiale e quando si gioca un con il fuoco è fatale che appaiono gli sciamani e le divise paramilitari. Più solletichi gli umori peggiori della società e più l’epilogo rischia di essere cruento. Sono i limiti degli apprendisti della politica – dal miliardario Trump all’ex militare Bolsonaro – che si trasformano in apprendisti stregoni”. (“Gli stregoni della democrazia”, Augusto Minzolini su Il Giornale)