C’è una precisa strategia dietro alla crescita continua di Rollon: il “nocciolo duro” deve restare in Italia, non c’è alcun interesse a delocalizzare. La filiale aperta recentemente in Giappone, che segue India e Cina, dimostra l’importanza di un presidio in Asia, ma senza che questo intacchi minimamente l’italianità del prodotto. E poi, è finita l’epoca degli enormi fabbricati industriali in cui lavoravano 15.000 persone a basso costo e a basso contenuto di innovazione. Oggi in tutto il continente asiatico, e in Cina in particolare, c’è un grande desiderio di eccellenza, soprattutto per quanto riguarda i treni. Non è più possibile vedere a quelle zone come a un mercato di “ripiego” in cui vince solo la quantità. C’è necessità di confezionare prodotti di altissima qualità.
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