adempimento collaborativo

Aumentare il tetto della soglia al contante e predisporre i condoni fiscali con il Superbonus impatta i conti pubblici. A dirlo è il Fondo monetario internazionale che ha bocciato le scelte del governo Meloni. “Flat tax e sanatorie una mina per il fisco. Entrate in calo e minore equità”.

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Fisco, Fmi richiama l’Italia. Troppi costi

La Fed ha alzato i tassi al punto più alto degli ultimi 22 anni. Alla vigilia dell’arrivo della premier Meloni a Washington, il Fmi richiama l’Italia: “Aumentare la soglia delle transazioni cash e introdurre sanatorie non è d’aiuto”, si legge su Repubblica. Mattarella riporta l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente. “Intensificare gli sforzi contro il cambiamento climatico”.

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Flat tax e Superbonus impattano i conti pubblici

Fmi non risparmia critiche anche per quanto riguarda la gestione dei fondi del Pnrr, le politiche demografiche e l’immigrazione. Anche se l’Italia va meglio di molti altri paesi europei, ci sono almeno quattro grandi nubi all’orizzonte da tenere d’occhio. Primo, le politiche che frenano la riduzione del debito pubblico. Secondariamente l’applicazione del Pnrr. Terzo, le scelte fiscali, dove non c’è spazio per la fiat tax. Infine, la crisi demografica, che sicuramente richiede di aumentare la partecipazione al lavoro, in particolare delle donne.

Fisco, bocciate le scelte del governo Meloni

Fmi conferma che il Pil italiano crescerà dell’1,1% nel 2023 e dello 0,9% nel 2024, per poi aumentare temporaneamente al1’1,1% nel 2025. Il rallentamento della crescita richiede un intervento tempestivo e l’attuazione del Pnrr. Un altro problema riguarda la politica fiscale e le sanatorie: “Una fiat tax sul reddito potrebbe avere delle implicazioni avverse e portare ad un significativo calo delle entrate e dell’equità. La riforma delle tasse dovrebbe invece puntare ad “allargare la base imponibile e aumentare equità ed efficienza”.

Critiche per Pnrr, pensioni e immigrazione

Sulle pensioni l’Fmi sottolinea che la spesa del nostro paese è superiore alla media europea e l’età di uscita è in effetti inferiore a quella stabilita dalla legge, quindi invita ad evitare “nuove uscite anticipate”. Con l’invecchiamento demografico – riporta Repubblica – “sono essenziali riforme e investimenti per aumentare la produttività e ammodernare l’economia”. Secondo alcune fonti le preoccupazioni si concentrano soprattutto sulle politiche che possono rallentare la discesa del debito. Prevale la cautela invece, sul Pnrr.