Finmeccanica, si riparla di Altavilla al posto di Profumo

Europa permettendo, il governo Gialloverde sta dimostrando di saper maneggiare bene il machete, in materia di nomine pubbliche, e l’ha confermato col caso Nava, il roccioso burocrate indotto a dimettersi dalla Consob dopo il laissez-faire del govero Gentiloni che l’aveva insediato. E negli ultimi giorni a Roma, a dispetto di ogni logica e di ogni calendario, è la poltrona al vertice della Finmeccanica (oggi Leonardo) ad essere tornata sotto i riflettori, per quanto il prestigioso amministratore delegato – Alessandro Profumo – la occupi da appena sedici mesi ed abbia quindi davanti a sé ancora più della metà del mandato. Puro gossip, probabilmente, ma certo alimentato dalla stranissima vicenda della Vitrociset, l’azienda di elettronica e sistemistica appena acquisita dalla Finmeccanica, in forza di un diritto di prelazione che le ha permesso di vanificare un’offerta presentata in precedenza dalla Fincantieri. Quest’ultima, controllata da Fintecna e guidata dall’abile Giuseppe Bono – uno dei top-manager più graditi dai Gialloversi – si è vista insomma sbarrare la strada da una “consorella” anch’essa controllata dal governo. Incoerenza alle stelle tra “braccia operative” della stessa proprietà. Ma c’è di più: è disponibile sul mercato, oggi, il manager di cui si era già parlato come sostituto di Mauro Moretti un anno e mezzo fa, cioè quell’Alfredo Altavilla ex numero due di Marchionne in Fca, dalla quale è uscito per essersi visto preferire Michael Manley.